Coronavirus, cosa si può fare e non fare fino al 3 aprile: il vademecum - AUTOCERTIFICAZIONE - N.VERDE REGIONALI
di Fiorenza Sarzanini
da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 20 marzo 2020
Passeggiate con i figli, spesa al supermercato, viaggi di lavoro: ecco una guida per comprendere cosa prescrive nello specifico il nuovo decreto.-
Tutta Italia è zona di sicurezza
L’Italia — tutta — è definita «zona di sicurezza» (non si usa più il termine «zona rossa», e le vecchie «zone rosse» di Vo’ Euganeo e dei comuni del Lodigiano non esistono più) fino al 3 aprile 2020 per tentare di fermare la corsa del virus, che ha contagiato — al 9 marzo, stando ai dati forniti dalla Protezione civile — 9.172 persone, 463 delle quali sono morte (724 i guariti, oltre 700 in terapia intensiva). Non si può uscire di casa a meno che non ci siano dei comprovati motivi: il decreto parla esplicitamente di divieto di spostamento se non per «comprovati motivi di lavoro» oppure «gravi esigenze familiari o sanitarie». La linea imposta dal decreto prevede di mantenere sempre, in ogni caso, la distanza di almeno un metro dalle altre persone.
L’autocertificazione
Sono vietati tutti gli spostamenti e chi ha necessità di uscire di casa deve giustificarlo. Per essere esenti basta l’autocertificazione (ecco il modulo) . Si può utilizzare il modulo del ministero dell’Interno:
____________, residente in ___________________, via__________________________,
identificato a mezzo __________________ nr. _____________________ utenza telefonica
_________________, consapevole delle conseguenze penali previste in caso di
dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale (art 495 c.p.)
comma 1, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020
concernenti lo spostamento delle persone fisiche all’interno di tutto il territorio
nazionale, nonché delle sanzioni previste dall’art. 4, comma 1, del Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri dell’ 8 marzo 2020 in caso di
inottemperanza (art. 650 C.P. salvo che il fatto non costituisca più grave reato)
o comprovate esigenze lavorative;
o situazioni di necessità;
o motivi di salute;
o rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
(LAVORO PRESSO…, STO RIENTRANDO AL MIO DOMICILIO SITO IN….., DEVO
EFFETTUARE UNA VISITA MEDICA… ALTRI MOTIVI PARTICOLARI..ETC…)
I figli e i familiari malati
Si può uscire per assistere un familiare malato oppure per andare a riprendere i figli in caso di separazione (un tema su cui si è espresso il presidente dell’Associazione matrimonalisti italiani Gassani, chiedendo più chiarezza su visite e frequentazione ai figli da parte dei genitori separati). Come esplicitato dall viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: «Se io abito in un’altra città e ho una mamma di 90 anni senza assistenza domiciliare che vive in una delle zone di sicurezza naturalmente posso invocare questo buon motivo per raggiungerla, anche se poi dovrò stare attento a rispettare le misure anti-contagio. Ma se i miei genitori, pur anziani, stanno bene, non potrò raggiungerli violando le zone di sicurezza perché preso dalla nostalgia di casa. Si rischia d’incorrere in una sanzione penale».
Posso uscire dal mio comune e andare in un altro comune?
Ci si può muovere, ma per le motivazioni indiate dal decreto e seguendo le indicazioni fornite qui. Insomma: se occorre andare a fare la spesa (a prendere i figli, ad assistere un familiare, etc) nel comune vicino, si può fare, portando con sé l’autocertificazione o preparandosi a spiegarlo alle forze dell’ordine a voce, nel caso in cui si venisse fermati.
Posso andare a trovare la mia ragazza/il mio ragazzo?
Rispondiamo ancora con le parole del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: «Se vivo a Roma e ho la fidanzata a Milano, non potrò andare da lei. L’amore, in questo periodo, deve lasciare il passo al rispetto delle regole. È bene che tutti lo capiscano».
Posso andare dal medico? E a fare una visita?
Certo: si può uscire per andare dal medico, fare analisi ed altri esami diagnostici, controlli. Ripetiamo però che, nel caso in cui si temesse di aver contratto il virus, non bisogna in nessun caso andare al pronto soccorso: bisogna chiamare i numeri verdi regionali:
LOMBARDIA
numero verde per info: 800.894.545
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
VENETO
numero verde per info: 800.462.340
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
PIEMONTE
numero verde per info: 800.192.020
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
LIGURIA
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
EMILIA ROMAGNA
numero verde per info:800.033.033
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
TRENTINO ALTO ADIGE
numero verde per info: 800.751.751
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
FRIULI VENEZIA GIULIA
numero verde per info: 800.500.300
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
TOSCANA
numero verde per info: 800.556.060
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
BASILICATA
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
ABRUZZO
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
CAMPANIA
numero verde per info: 800.909.699
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
MARCHE
numero verde per info: 800.936.677
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
PUGLIA
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
LAZIO
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
CALABRIA
numero verde per info: 800.767.676
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
VALLE D’AOSTA
numero verde per info: 800.122.121
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
UMBRIA
numero verde per info: 800.636.363
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
Non solo: chi ha 37,5 di febbre non deve uscire di casa, come indicato con chiarezza nel decreto.
Posso andare a fare la spesa?
Si può uscire per fare la spesa per i prodotti alimentari, dal pane in giù (i negozi di alimentari sono aperti: per questo è sbagliato, e pericoloso, affollarsi lì oggi per fare scorte) ma anche per tutti gli altri prodotti.
I negozi sono aperti e dunque qualsiasi compera è consentita. L’importante è mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro.
Posso fare sport all’aperto? E un giro in bici?
È consentito andare a correre al parco (a meno che i singoli comuni non decidano di chiuderli) e fare altri sport all’aperto - come un giro in bici — purché si stia a distanza dagli altri. Ripetiamo comunque che l’appello è a minimizzare i contatti sociali, e che il premier ha esplicitamente detto che il senso dell’intero decreto si compendia nella frase: «Io resto a casa».
Ma i negozi sono aperti?
Sono aperti tutti i giorni - anche gli alimentari: ecco perché (ci ripetiamo, ma è meglio farlo) non occorre affollarsi ora nei negozi per fare scorte di cibo - ma nei centri commerciali e nei mercati devono essere chiusi il sabato e la domenica.
Le farmacie sono aperte?
Sì, sono aperte. Nei centri commerciali e nei mercati sono aperte il sabato e la domenica.
E i bar? I ristoranti?
Sono aperti tutti i giorni, ma solo fino alle 18.
Gli «assembramenti»
Sono vietati gli assembramenti: quindi anche all’aperto bisogna mantenere la distanza di sicurezza. Vietato stazionare davanti ai locali oppure in strada a gruppetti. La misura mira a impedire ai giovani di uscire o comunque di stare a distanza ravvicinata.
I musei, i teatri e i cinema
Sono chiusi, in tutta Italia, fino al 3 aprile.
Le scuole e le università
Sono chiuse fino al 3 aprile.