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Famiglie adottive: l’importanza di una comunicazione aperta

di Serena Scotto D'Abusco Psicologa, Psicoterapeuta
da www.cittànuova.it
@Riproduzione Riservata del 28 ottobre 2020
Due storie diverse che si intrecciano e possono contribuire a riparare perdite e ferite passate. Come parlare ai figli adottivi? Come vivere bene l'esperienza di genitori in questa situazione?.-

Oggigiorno ci troviamo dinanzi ad un numero sempre maggiore di tipologie diverse di famiglie. Tra queste troviamo senz’altro le famiglie adottive che hanno delle caratteristiche che le contraddistinguono dalle altre. Cominciamo col dire che nel caso dell’adozione, più che in altre occasioni, sono tanti i soggetti coinvolti all’interno di questo processo: vi è la coppia genitoriale che decide di adottare, il bambino che viene adottato, le famiglie d’origine di entrambi i sistemi che si incontrano, i servizi che svolgono la fase di valutazione, e così via.
La famiglia adottiva è caratterizzata dalla presenza di due storie che si intrecciano e la sfida più grande è far sì che questi due mondi si integrino nel formare un nuovo sistema che non escluda caratteristiche né dell’uno né dell’altro. Il processo che porta alla formazione della famiglia adottiva parte già prima del momento dell’adozione, e continua anche dopo l’arrivo del figlio, in una storia complessa che come tale presenta dei compiti evolutivi specifici a cui far fronte.
L’adozione implica una perdita sia per il figlio che viene adottato che per la coppia che adotta. Il figlio si trova a dover far i conti con la perdita della propria famiglia naturale, del proprio Paese (nel caso di adozioni internazionali), delle figure di accudimento che si sono prese cura di lui fino a quel momento, ed in parte della propria identità. La coppia si trova a dover affrontare la perdita legata all’infertilità e all’incapacità di poter generare dei figli.
È necessario che la coppia genitoriale sia consapevole di quello che ha vissuto. È fondamentale, se necessario con l’aiuto di un professionista, riflettere profondamente su cosa significhi per loro adottare e quali siano i propri sentimenti legati a questa esperienza: cosa significa l’assenza di un legame biologico con i figli che si accoglieranno? Cosa ha significato l’esperienza dell’infertilità? Genitori più consapevoli di quello che sentono saranno più in grado di accogliere domande, dubbi e sentimenti dei figli.
Uno dei compiti principali a cui devono far fronte dei genitori che si trovano ad affrontare l’esperienza dell’adozione, è divenire consapevoli che si tratterà di un’esperienza diversa rispetto al crescere un bambino nato all’interno della famiglia stessa. Sarà così anche solo per il fatto che il figlio adottato resterà sempre connesso a due famiglie: quella naturale e quella adottiva. I genitori che hanno questa consapevolezza saranno più in grado di sostenere i figli nella loro ricerca delle radici, legittimando maggiormente le curiosità sulla storia passata e creando un ambiento aperto e disposto al dialogo. La ricerca ha dimostrato che bambini adottati che si trovano in famiglie in cui vi è una comunicazione aperta hanno maggiori probabilità sia di sviluppare una buona autostima sia di sviluppare di legami positivi con i propri genitori.
Per far sì che ci sia questa comunicazione aperta è necessario tenere a mente alcune indicazioni generali. In primo luogo bisogna ricordare che parlare dell’adozione con i propri figli è un processo e non un episodio singolo. Bisogna essere sempre pronti, quindi, a ritornare su temi anche già trattati in precedenza perché potrebbero sorgere nuovi interrogativi o nuovi bisogni di riparlare di cose già dette. I figli potrebbero aver necessità di risentire la propria storia più e più volte, dunque è di centrale importanza confermare e legittimare sempre le curiosità di un bambino.
Nel narrare la storia passata è necessario evitare giudizi o commenti negativi sui genitori biologici. Il bambino, infatti, ha bisogno di comprendere che proviene da una storia dignitosa. Laddove siano presenti storie particolarmente drammatiche può essere opportuno rimandare il racconto di alcuni particolari, tenendo conto dell’età e della capacità di comprendere del bambino che si ha davanti, senza però mai mentire. Meglio esplicitare che alcune cose si racconteranno più avanti piuttosto che dire bugie.
Inoltre può essere importante promuovere un percorso di compassione verso la storia dei genitori biologici. Spesso, infatti, i genitori naturali sono stati incapaci di crescere un figlio per difficoltà fisiche, socio economiche, mentali, ecc. Ridefinire la storia con questo tipo di consapevolezza potrebbe aiutare il bambino a integrare dentro di sé il proprio passato senza dividere la propria storia in buoni e cattivi.
La storia di una famiglia adottiva è una storia che parte, il più delle volte, da una situazione di sofferenza e perdita. Allo stesso tempo, però, è una storia di nuovi legami che nascono e che riparano perdite e ferite passate, in un’ottica di reciprocità in cui genitori e figli diventano ciascuno un dono per l’altro.

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