1 gennaio 2024. Umiltà, rispetto e solidarietà: tre parole per dire pace
di Bruno Forte
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 31 dicembre 2023
Tre parole per dire la pace, di cui tanto sentiamo il bisogno all’inizio di questo nuovo anno di fronte agli scenari tragici delle guerre in corso e dell’insicurezza diffusa che ne deriva, provocando in molti atteggiamenti di rifiuto e di evasione: tre parole antiche, eppure profondamente attuali, come umiltà, rispetto e solidarietà.
Che la parola umiltà sia inseparabile del messaggio della fede cristiana basta a ricordarcelo il pensiero di Colui che umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte di croce (Fil 2): è lo svuotarsi, il farsi “niente” del Figlio eterno che ha portato al mondo il dono della pace, quel dono che solo chi accetta di umiliarsi nella fede e nell’amore po' accogliere e capire. Oggi questo bisogno di umiltà ci raggiunge con le sfide vertiginose dell’intelligenza artificiale, cui papa Francesco ha dedicato il messaggio per la giornata mondiale della pace 2024. Che le macchine “intelligenti” possano svolgere i compiti a loro assegnati con sempre maggiore efficienza non deve far dimenticare che «lo scopo e il significato delle loro operazioni continueranno a essere determinati o abilitati da esseri umani in possesso di un loro universo di valori» (Messaggio, n.4).
Ne consegue che non possiamo pensare a priori che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale «apporti un contributo benefico all’umanità e alla pace dei popoli. Tale risultato positivo sarà possibile solo se ci dimostreremo capaci di agire in modo responsabile e di rispettare valori umani fondamentali come l’inclusione, la trasparenza, la sicurezza, l’equità, la riservatezza e l’affidabilità» (n. 2).
Occorre allora conservare il senso del limite, mantenersi cioè umili, nel muoversi all’interno del paradigma tecnocratico: «Riconoscere e accettare il proprio limite di creature è per l’uomo condizione indispensabile per conseguire in dono... La pienezza. Invece, nel contesto ideologico animato da una prometeica presunzione di autosufficienza le diseguaglianze potrebbero crescere a dismisura» (n. 4) e, con esse, le possibilità di conflitti e i rischi per la pace. L’umiltà lungi dall’essere passività e inerzia è condizione da promuovere in tutti, specialmente in chi ha maggiori responsabilità sociali e politiche, per ottenere la pace. Non a caso è stato detto che l’umiltà è «la virtù che abita nel più profondo della divinità» (Taulero).