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Udienza. Papa Francesco: se non ci sforziamo di perdonare, non verremo perdonati da Dio

Redazione Internet
«Nella vita non tutto si risolve con la giustizia. Laddove si deve mettere un argine al male, qualcuno deve amare oltre il dovuto, per ricominciare una storia di grazia»: è la legge dell'amore.-
Prima di iniziare il giro tra i settori delimitati dal colonnato del Bernini, Francesco ha fatto salire a bordo quattro ragazzi che hanno avuto il privilegio di godersi insieme al Papa il percorso tra la folla.
Erano molti i ragazzi in piazza: tra di loro, un gruppo di oltre 6mila preadolescenti di vicariati, decanati, comunità pastorali, parrocchie dell’arcidiocesi di Milano, a cui si aggiungono gli oltre mille cresimati della diocesi di Treviso, accompagnati dal loro vescovo, Gianfranco Agostino Gardin, e i circa 70 cresimandi del decanato di Lione. Durante il suo giro, il Papa ha fatto fare un’apposita sosta per andare incontro ad una giovane disabile, che “issata” fino alla jeep bianca scoperta dagli uomini della sicurezza vaticana lo ha abbracciato calorosamente, ricambiata.
Ad ascoltare la catechesi di Papa Francesco anche un gruppo di pellegrini provenienti da Hong Kong.
Al termine del “bagno di folla”, il Papa si è congedato dai suoi ospiti, salutandoli uno per uno, e si è diretto verso la prima fila delle transenne, per salutare i fedeli che lo acclamavano a gran voce.
"Se non perdoniamo, non saremo perdonati; se non ci sforziamo di amare, non saremo amati". Con queste parole papa Francesco nell'Udienza generale ha ripreso il ciclo di catechesi sulla preghiera Padre Nostro, incentrando la sua meditazione sull'espressione: 'Come noi li rimettiamo ai nostri debitori'.
"Chi prega impara a dire grazie e chiede a Dio di essere benevolo con lui o con lei. Per quanto ci sforziamo, rimane sempre un debito incolmabile davanti a Dio, che mai potremo restituire: Egli ci ama infinitamente più di quanto noi lo amiamo", ha ribadito papa Francesco nell'udienza generale. "Noi ci dimentichiamo tante volte di dire grazie, siamo egoisti", ha aggiunto a braccio.
"Gesù inserisce nei rapporti umani la forza del perdono. Nella vita non tutto si risolve con la giustizia. Soprattutto laddove si deve mettere un argine al male, qualcuno deve amare oltre il dovuto, per ricominciare una storia di grazia. Il male conosce le sue vendette, e se non lo si interrompe rischia di dilagare soffocando il mondo intero", ha proseguito il Papa. "Alla legge del taglione - quello che tu hai fatto a me, io lo restituisco a te -, alle volte si fa questo gesto che tutti conosciamo, Gesù sostituisce la legge dell'amore: quello che Dio ha fatto a me, io lo restituisco a te!", ha aggiunto Francesco invitando a chiedersi "in questa settimana di Pasqua se io sono capace di perdonare e se non sono capace di chiedere a Dio la grazia di perdonare". "Dio dona a ogni cristiano la grazia di scrivere una storia di bene nella vita dei suoi fratelli, specialmente di quelli che hanno compiuto qualcosa di spiacevole e di sbagliato", ha concluso.
Prima ancora Francesco si era soffermato sul fatto che noi tutti siamo debitori: "Nella Chiesa non esistono self made men. Non esistono uomini che si sono fatti da soli. Tutti sono debitori verso Dio e le tante persone che ci hanno regalato condizioni di vita favorevoli". "Abbiamo visto che è proprio dell'uomo essere debitore davanti a Dio: da Lui abbiamo ricevuto tutto, in termini di natura e di grazia. La nostra vita non solo è stata voluta, ma è stata anche amata - ha affermato il Pontefice -. Davvero non c'è spazio per la presunzione quando congiungiamo le mani per pregare. Non esistono nella Chiesa 'self made men', uomini che si sono fatti da soli. Siamo tutti debitori verso Dio e verso tante persone che ci hanno regalato condizioni di vita favorevoli. La nostra identità si costruisce a partire dal bene ricevuto. Il primo è la vita...".
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 24 aprile 2019
 

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