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Adolescenza l’età a rischio

di Danilo Diodoro

da www.corriere.it

@Riproduzione Riservata del 16 aprile 2020

Depressione e altre patologie psichiche si manifestano spesso tra i 15 e i 25 anni. Intervenire prima possibile è fondamentale per la guarigione.-

L’età critica per l’insorgenza di quasi tutti i disturbi mentali, a eccezione delle demenze, è tra i 15 ed i 25 anni. La maggioranza delle persone in contatto con i 163 Dipartimenti di salute mentale italiani dovrebbero quindi essere dei giovani. «Ma i dati del Ministero della salute dimostrano che tra gli oltre ottocentomila cittadini in cura in questi servizi, solo il 5% ha tra i 18 ed i 24 anni, solo il 10% ha tra i 25 ed i 34 anni, e ben il 67%, cioè 2 utenti su 3, ha oltre 45 anni» specifica Giovanni de Girolamo, responsabile dell’Unità operativa psichiatria epidemiologica e valutativa dell’Irccs di Brescia. «Quindi si interviene su persone che soffrono di un disturbo già da molti anni, e oggi sappiamo che in tal modo è più difficile ottenere una guarigione completa; oppure, molte persone restano in contatto per anni con i servizi non arrivando a una soddisfacente remissione del disturbo. Serve dunque un cambiamento nell’organizzazione dei servizi».

Il servizio pubblico

Per “attrarre” la popolazione a massimo rischio occorrono servizi pensati per i giovani, non stigmatizzanti, con facilità di accesso e personale specializzato. «È quanto hanno fatto in Australia, da tempo» dice ancora de Girolamo. «E questo rinvia ad un altro problema sottovalutato: le scuole di specializzazione in psichiatria sono carenti per quanto riguarda la formazione alla valutazione, prevenzione e trattamento dei disturbi mentali nei giovani». Alcuni esempi di servizi appositamente orientati verso le esigenze della popolazione giovanile esistono comunque già anche in Italia.

Una recente indagine dell’Associazione italiana interventi precoci ha censito 35 servizi di salute mentale, prevalentemente ubicati al nord, con équipe che si occupano i maniera specifica di giovani ad alto rischio per l’insorgenza di un disturbo mentale o di interventi per giovani al primo episodio psicotico. «Dal 2013 nel Dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Modena, è attivo, come in tutte le altre Ausl dell’Emilia Romagna, il programma “Esordi psicotici”, dedicato a persone fra i 15 e i 35 anni con prima diagnosi di psicosi» dice Fabrizio Starace, che coordina il gruppo di lavoro regionale. «Il programma prevede interventi di provata efficacia: psicoterapia cognitivo-comportamentale, psicoeducazione per i familiari, farmacoterapia ai dosaggi più bassi e per tempi definiti, monitoraggio della salute fisica, inclusione sociale e lavorativa. A differenza di quanto avviene in una ricerca, il nostro obiettivo è fornire la migliore assistenza possibile al maggior numero possibile di persone; come in una ricerca, tuttavia, valutiamo la reale erogazione delle prestazioni e la loro efficacia.

Dopo 3 anni, abbiamo ridotto da 13 a 7 mesi il tempo necessario perché la persona decida di rivolgersi ai servizi pubblici dopo la comparsa dei primi sintomi. Inoltre, dopo solo 6 mesi di trattamento le persone seguite presentavano una riduzione significativa della gravità psicopatologica, e dopo 2 anni in oltre il 40% dei casi c’è stata una guarigione clinica verificata con scale di valutazione». Il programma “Esordi psicotici” viene offerto nei normali Centri di salute mentale, curando la formazione del personale già operante. «Oggi abbiamo l’impressione che tra i giovani siano sempre più rare manifestazioni psicopatologiche ben definite e sia sempre più frequente la commistione tra disturbi di personalità, vulnerabilità sociali, uso di sostanze» dice ancora Starace. «Quindi è necessario che psichiatria, medicina delle dipendenze e neuropsichiatria infantile prevedano organizzazioni integrate».

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