Gli adolescenti post Covid: più videogame che amici. E 7 su 10 spendono in vizi
di Elisabetta Andreis
da www.milano.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 20 luglio 2020
Exodus, Casa del giovane e Semi di melo onlus hanno appena condotto uno studio intervistando 3.200 studenti dai 13 ai 19 anni. I pericoli: cannabinoidi, alcol e scommesse. «I genitori non devono sapere».-
«I giovani, quando hanno problemi o corrono rischi, non si confidano con gli adulti. Tengono tutto all’interno del gruppo di pari. “No snitch”, chi parla è fuori: è il loro motto. Non si fidano né dei genitori, né degli educatori, né dei docenti». È questa una delle evidenze che emergono dall’ampia ricerca che Exodus, Casa del giovane e Semi di melo onlus hanno appena condotto intervistando 3.200 studenti dai 13 ai 19 anni. «I dati, sorprendenti sotto molti punti di vista, devono risvegliare la nostra attenzione — dice Franco Taverna di Exodus, la comunità di don Mazzi —. È fondamentale che a settembre scuole, centri sportivi e di aggregazione, oratori ripartano a regime e supportino le famiglie in uno sforzo di consapevolezza in più».
Il campione risponde alle domande in forma anonima, dunque sincera. Il passatempo indicato dal maggior numero degli intervistati sono i videogame (compaiono nel 77 per cento dei questionari), un dato che supera quello delle uscite con gli amici (66). In caso di problemi, in particolare con le sostanze, otto ragazzi su dieci si sfogano con gli amici, magari via chat (il 61 per cento usa lo smartphone anche di notte) e solo una parte residuale ne parla con genitori, insegnanti, educatori. Eppure sono loro stessi ad ammettere che in generale «si arriva tardi» a riconoscere «i problemi o le dipendenze» (62 per cento del campione). Due studenti delle superiori su dieci spendono soldi ogni settimana per comprare cannabinoidi. Un altro 7 per cento «incontra» cocaina, pasticche, eroina o altre sostanze da fumare.