«CARI GIOVANI, NON LASCIATE SOLI GLI ANZIANI, USATE LA FANTASIA DELL'AMORE»
di Antonio Sanfrancesco
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 26 luglio 2020
Francesco all’Angelus: «Bisogna abbandonare il fardello pesante delle nostre sicurezze mondane e dell’egoismo per entrare nel Regno dei cieli». E lancia un appello ai giovani nel giorno di sant’Anna: «Fate un gesto di tenerezza verso gli anziani soli, usate la fantasia dell’amore, loro sono i vostri nonni e le vostre radici».-
Per trovare il Regno dei cieli bisogna «abbandonare il fardello pesante delle nostre sicurezze mondane che ci impediscono la ricerca e la costruzione del Regno: la bramosia di possedere, la sete di guadagno e di potere, il pensare solo a noi stessi». Papa Francesco all’Angelus si sofferma sul Vangelo di questa domenica che, ricorda, «corrisponde agli ultimi versetti del capitolo che Matteo dedica alle parabole del Regno dei cieli. Il brano comprende tre parabole appena abbozzate e brevissime: quella del tesoro nascosto nel campo, quella della perla preziosa e quella della rete gettata in mare». Poi lancia un appello ai giovani nel giorno dedicato ai Santi Gioacchino ed Anna, i nonni di Gesù: «Vorrei invitare i giovani a compiere un gesto di tenerezza verso gli anziani, soprattutto quelli più soli, nelle case, nelle residenze, quelli che da tantimesi non vedono i loro familiari. Cari giovani», dice il Papa, «ciascuno di questi anziani è vostro nonno, non lasciateli soli, usate la fantasia dell’amore: inviate messaggi, ascoltateli, fate videochiamate e dove possibile, nel rispetto delle norme sanitarie, andate a trovarli. Inviate loro un abbraccio perché loro sono le vostre radici, un albero staccato dalle radici non dà frutti, quello che l’albero ha di fiorito viene da quello che ha sotterrato, dice un poeta della mia patria. E per questo vi invito a fare un applauso ai vostri nonni, tutti».
Commentando il Vangelo odierno, Francesco, davanti ai fedeli presenti in piazza San Pietro, si sofferma sulle prime due nelle quali il Regno dei cieli viene assimilato a due diverse realtà «preziose», ossia il tesoro nel campo e la perla di grande valore: «La reazione di colui che trova la perla o il tesoro è praticamente uguale: l’uomo e il mercante vendono tutto per acquistare ciò che ormai sta loro più a cuore», spiega Bergoglio, «con queste due similitudini, Gesù si propone di coinvolgerci nella costruzione del Regno dei cieli, presentandone una caratteristica essenziale: aderiscono pienamente al Regno coloro che sono disposti a giocarsi tutto e sono coraggiosi. Infatti, sia l’uomo sia il mercante delle due parabole vendono tutto quello che hanno, abbandonando così le loro sicurezze materiali».
Da questo atteggiamento, aggiunge il Papa, «si capisce che la costruzione del Regno esige non solo la grazia di Dio, ma anche la disponibilità attiva dell’uomo. La grazia fa tutto ma noi dobbiamo essere disponibili a riceverla, senza fare resistenza. I gesti di quell’uomo e del mercante che vanno in cerca, privandosi dei propri beni, per comprare realtà più preziose, sono gesti decisi e radicali. E, per di più, compiuti con gioia perché entrambi hanno trovato il tesoro. Siamo chiamati», avverte, «ad assumere l’atteggiamento di questi due personaggi evangelici, diventando anche noi cercatori sanamente inquieti del Regno dei cieli. Si tratta di abbandonare il fardello pesante delle nostre sicurezze mondane che ci impediscono la ricerca e la costruzione del Regno: la bramosia di possedere, la sete di guadagno e di potere, il pensare solo a noi stessi».
«IL REGNO DEI CIELI È IL CONTRARIO DELLE COSE SUPERFLUE CHE OFFRE IL MONDO»
Francesco mette in guardia da un pericolo concreto: «Ai nostri giorni», afferma, «la vita di alcuni può risultare mediocre e spenta perché probabilmente non sono andati alla ricerca di un vero tesoro: si sono accontentati di cose attraenti ma effimere, di bagliori luccicanti ma illusori perché lasciano poi al buio. Il Regno non è un fuoco d’artificio che dura un istante ma è luce! Il Regno dei cieli è il contrario delle cose superflue che offre il mondo, è il contrario di una vita banale: esso è un tesoro che rinnova la vita tutti giorni e la dilata verso orizzonti più vasti. Infatti, chi ha trovato questo tesoro ha un cuore creativo e cercatore, che non ripete ma inventa, tracciando e percorrendo strade nuove, che ci portano ad amare Dio, ad amare gli altri, ad amare veramente noi stessi. Gesù, lui che è il tesoro nascosto e la perla di grande valore, non può che suscitare la gioia, tutta la gioia del mondo: la gioia di scoprire un senso per la propria vita, la gioia di sentirla impegnata nell’avventura della santità».
Bergoglio al termine invoca la «Vergine Santa» perché «ci aiuti a ricercare ogni giorno il tesoro del Regno dei cieli, affinché nelle nostre parole e nei nostri gesti si manifesti l’amore che Dio ci ha donato mediante Gesù».
Dopo la preghiera mariana Francesco parla della situazione del Donbass: «Ho appreso che un nuovo cessate il fuoco riguardante l'area del Donbass è stato recentemente deciso a Minsk dai membri del Gruppo di contatto trilaterale», ha detto, «mentre ringrazio per questo segno di buona volontà volto a riportate la tanto desiderata pace in quella martoriata regione, prego perché quanto concordato sia finalmente messo in pratica, anche attraverso un effettivo processo di disarmo e di rimozione delle mine. Solo così», ha aggiunto, «si potrà ricostruire la fiducia e porre le premesse per riconciliazione tanto necessaria e tanto attesa dalla popolazione».
Al termine dell’Angelus il Papa saluta i «romani e pellegrini di vari Paesi. Saluto in particolare», dice, «i fedeli di Franca (Brasile), c’è la bandiera lì, i giovani dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola e quelli della parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio di Roma. Questi sono rumorosi, si fanno sentire». E conclude: «A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci».