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«IN BICI DA MILANO A LORETO DOPO ESSERE GUARITI DAL COVID»

di Chiara Pelizzoni 
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 04 settembre 2020

Fabrizio, ortopedico di professione, e altri amici storici stanno percorrendo la Via Emilia destinazione Loreto. «Per un voto fatto alla Madonna nel periodo del Covid, con il desiderio di tornare alla normalità».-


Sono partiti giovedì mattina; alle sette in punto erano già in piazza a Cinisello Balsamo, nell'hinterland milanese, muniti di biciclette, destinazione Loreto. Fabrizio Montironi, 52 anni, ortopedico dell'ospedale Gaetano Pini di Milano, e altri cinque amici (Alessandro Bozzi, Francesco Oliverio, Paolo Dal Col, Santino Brevi e per l'ultimo tratto Tiziano Lorenzin) tutti motivati dallo stesso entusiasmo. Quando li raggiungiamo al telefono sono già arrivati a Cattolica, ultima tappa prima dell'arrivo. «Siamo ciucchi di stanchezza» ci dice Fabrizio; «abbiamo pedalato tutto il giorno con il vento contro e ora le gambe si fanno sentire. Dovevamo fermarci a Rimini, ma ci siamo spinti sin qui perché domani alle 11.30 abbiamo la Messa che ci aspetta e non vogliamo tardare».
Un'idea nata nel periodo del Covid: «Io e un collega un giorno ci siamo detti: “Se superiamo questa fase facciamo un voto e andiamo in bici fino alla Madonna di Loreto”». Ancora Fabrizio non sapeva che, ad aprile, si sarebbe ammalato: «I primi di aprile è toccato a me; anche se in forma lieve, in quel periodo in cui morivano 500 persone al giorno psicologicamente è stato molto pensate. Superata la malattia, alcuni amici storici, anche loro ragazzi di Chiesa, più Santino che non pedala ma ci segue in macchina dandoci un aiuto speciale, ci hanno detto di voler partire con noi. A loro si sono aggiunte mia sorella e alcune mogli che domani partiranno da Recanati per andare a piedi fino a Loreto. Lì ci ritroveremo tutti per la Messa di padre Giulio, il nostro padre spirituale di famiglia, con cui io e mia sorella siamo cresciuti».
Un voto «Di speranza... quel che ho fatto io quando ancora non ero malato, ma anche per un viaggio verso la normalità» come campeggerà sulle magliette che indosseranno domani nell'ultimo tratto che conduce tutto il gruppo, in bici o a piedi, a Loreto. «Perché abbiamo bisogno di normalità, nonostante tutti i problemi che ci sono». Alla Madonna: «Perché lì mi portava mio padre quand'ero bambino, a farmi benedire».
In mezzo, tante tappe, alcune anche molto significative: «Abbiamo scelto di fermarci a Codogno e a Lodi due tra i comuni più colpiti dalla pandemia. A Codogno si sono avvicinate alcune persone, ci hanno chiesto cosa stessimo facendo e si sono congratulate con noi. Sono stati tutti molto espansivi, ci hanno fatto gli auguri. Abbiamo provato una sensazione particolare, ci siamo sentiti felici davanti a una città viva, speranzosa e propositiva. Certo, tutti in giro con le mascherine, ma pronti a ripartire».
Dopo un giorno a Recanati, domenica saranno già di ritorno. «Ci immaginiamo di tornare ricaricati da questa esperienza che è stata veramente emozionante. Con energie nuove e magari con un pensiero in più per le cose importanti, basilari e spirituali; uno in meno per quelle futili».

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