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Tampone dai medici di famiglia, siglato l'accordo. Speranza: "Li ringrazio"

da www.repubblica.it
@Riproduzione Riservata del 28 ottobre 2020
Saranno fatti negli studi o in altri spazi: 50mila tamponi rapidi antigenici al giorno tra medici e pediatri. "Nei condomìni ci sarà una rivolta", dice il presidente dell'Ordine di Milano.-
Tamponi dai medici di famiglia, l'accordo è fatto e riguarda tutti, anche quella parte di professionisti rappresentati dai sindacati che non hanno siglato l'accordo. Il governo annuncia 30 miliardi di finanziamento per finanziare l'operazione. "Ringrazio i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che hanno sottoscritto oggi, con senso di responsabilità, il nuovo accordo collettivo nazionale". Il ministro della Salute, Roberto Speranza, scrive su Facebook.

Roberto Speranza 

mercoledì

Ringrazio i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che hanno sottoscritto oggi, con senso di responsabilità, il nuovo accordo collettivo nazionale. È molto importante l’impegno a fare tamponi rapidi antigenici, negli studi o in altri spazi adeguati e l’utilizzo di nuove attrezzature per la diagnostica di primo livello. Le cure primarie sono un pezzo essenziale del Servizio Sanitario Nazionale. È necessario continuare ad investire nella prossimità come chiave di una nuova idea di salute.
Ma non tutti sono d'accordo. Il presidente dell'Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi, prevede una "rivolta dei condomini" per la possibilità che nei prossimi giorni i medici di famiglia comincino a fare tamponi rapidi nei loro studi: "Non so cosa verrà fatto qui in Lombardia, come ci si organizzerà, ma posso assicurare che in contesti come gli studi nei condomini, specie in realtà urbane come Milano e hinterland o Brescia, questa cosa è semplicemente impossibile", sottolinea.
"Per capire il clima in cui stiamo già lavorando - continua Rossi - racconterò un episodio: ho appena ricevuto una diffida dal legale del condominio dove ho lo studio perché chi vive nel palazzo sostiene di aver incontrato un mio paziente senza mascherina". C'è un livello di preoccupazione altissimo, con i contagi in impennata costante nelle ultime settimane, fa notare il camice bianco.
Non è l'unica voce critica: "È inaccettabile che i medici di famiglia siano obbligati a fare i tamponi in studio quando si poteva chiedere la disponibilità volontaria, permettendo a chi non ha spazi adeguati nel proprio ambulatorio di non esporre a rischio i pazienti e se stessi". Angelo Testa è il presidente del Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (Snami) che non ha firmato l'accordo con la parte pubblica, chiuso invece dal sindacato di maggioranza, per l'esecuzione di tamponi rapidi antigenici e per la dotazione di apparecchiature diagnostiche (come ecografi ed elettrocardiografi) in studio.

Le Regioni intanto già si stanno organizzando. È stato firmato un accordo tra la Regione Puglia e i sindacati dei medici di medicina generale che consentirà ai medici di famiglia di effettuare i tamponi rapidi negli studi o in strutture messe a disposizione dalle Asl. Lo comunica il segretario della Fimmg Bari, Nicola Calabrese. I medici di medicina generale si occuperanno dei pazienti asintomatici usciti da 10 giorni di isolamento, per supportare il Dipartimento di prevenzione e limitare il periodo di quarantena con il relativo costo sociale.
E a far tamponi saranno anche i pediatri: ci sarà la disponibilità complessiva di "circa 50mila tamponi rapidi antigenici al giorno, da qui a fine dicembre, tra i pediatri di libera scelta ed i medici di famiglia" spiega il presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Paolo Biasci. Così "daremo un grandissimo contributo ai dipartimenti di prevenzione territoriali che stanno affogando subissati dalle richieste di test".
 

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