I funerali. Scola: l'eredità di Tettamanzi sono i suoi gesti
Redazione internet
Scola all'omelia ha ricordato che «il rapporto del cardinale Dionigi con la società civile ebbe un peso notevole». Delpini: era facile volergli bene.-
Cinquemila fedeli hanno partecipato stamani nel Duomo di Milano ai funerali del cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano e per 4 anni segretario della Cei. Gruppi di persone erano presenti anche all'esterno della Cattedrale. Alla Messa funebre hanno partecipato 30 vescovi, 8 cardinali e circa mille sacerdoti.
«La sua morte non è una sconfitta della vita»
All'omelia il cardinale Angelo Scola, amministratore apostolico della diocesi, ha ricordato: «Colpiva di lui il permanente sorriso, espressione di un'umanità contagiosa, riverbero della tenerezza di Gesù e di Maria santissima verso tutti coloro che incontrava e con eccezionale pazienza salutava a uno a uno. Era inoltre profondamente competente nel campo delle scienze morali e bioetiche, come rivelano le numerose pubblicazioni e, in modo speciale, la collaborazione diretta con san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco». «La morte di questo uomo "amabile e amato" - ha aggiunto Scola citando la definizione che di Tettamanzi ha dato il Papa nel suo telegramma di condoglianze - non è una sconfitta della vita. Al contrario, ne è la pienezza. La sua morte è una vittoria». «Moltissimi di noi - ha proseguito Scola -, penso anche a me, alla nostra lunga collaborazione e amicizia, hanno nel cuore fatti e momenti in cui ha potuto godere dell'intensa umanità del cardinale Dionigi. Ad essi ritorneremo quasi come a preziose reliquie. Di essi parleremo agli adolescenti, ai giovani, a figli e nipoti per aiutarli a crescere».
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In un altro passaggio dell'omelia, Scola ha ricordato che «il rapporto del cardinale Dionigi con la società civile ebbe un peso notevole». Il cardinale, ha aggiunto Scola «era guidato da un profondo senso di giustizia che si esprimeva nella promozione e nella difesa dei dirittidi tutti e di ciascuno, vissuti nel loro legame profondo con i doverie garantiti da buone leggi. Seppe denunciare senza timidezze, ma sempre in modo costruttivo, i mali delle nostre terre». «Gesù con la sua madre diletta, con il suo vero Corpo in seno alla Trinità, sta già abbracciando il cardinale Dionigi. Egli ne era ben consapevole» ha detto Scola.
Sepolto in Duomo, si potrà pregare sulla sua tomba
Al termine dei funerali Scola ha ricordato che Tettamanzi sarà sepolto nel Duomo ai piedi dell'altare Virgo Potens, accanto all'urna del beato cardinale Schuster. «Questa è la sua volontà espressa con la consueta delicatezza. Tutti i fedeli avranno così modo di pregare sulla sua tomba e tutti gli uomini di buona volontà potranno visitarla. Sarà un gesto di pietà, un momento di ristoro, soprattutto sarà un tenero pungolo all'approfondimento della nostra fede, della nostra comunione, del senso del vivere e della nostra energia civica». «La Chiesa ambrosiana - ha osservato Scola - saprà trovare modi e forme per mantenere viva l'eredità copiosa di questo padre e maestro».
Delpini: è stato facile volergli bene
Nei ringraziamenti a tutti i presenti al termine del funerale, ha parlato l'arcivescovo eletto di Milano, Mario Delpini: «Ognuno è venuto per ricordare qualche aspetto della molteplice attività del cardinale Dionigi, ma forse c'è una ragione più profonda. La ragione che ci accomuna e per cui tutti oggi siamo qui è che è stato facile volere bene al cardinale Tettamanzi. Per il suo temperamento, la sua saggezza, il suo sorriso, la sua prossimità alla gente comune, la sua capacità di stare con le autorità. C'era qualcosa in lui che ha espresso facile il volergli bene». «Credo che ci venga da lui un'ultima raccomandazione e me ne faccio voce - ha continuato -: "cercate di fare in modo che sia facile volervi bene", forse è questa la raccomandazione che ci vuole fare il cardinale Dionigi».
da www.avvenire.it
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