IL ROSARIO CONTRO LA PANDEMIA, TORINO E SUSA INVOCANO MARIA
di Lorenzo Montanaro
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzionme Riservata del 28 novembre 2020
L'iniziativa dell'arcivescovo monsignor Cesare Nosiglia: tutti i sabati, fino a Natale, alle 17,30 e comunque prima della Messa prefestiva si recita il Rosario. Fin qui hanno aderito oltre 400 parrocchie, numerosi santuari, decine di monasteri maschili e femminili, cittadelle della carità come il Cottolengo e il Sermig, ma anche un numero considerevole di laici e famiglie. Un ampio servizio sul numero di Maria con te in edicola.-
Recita del Rosario del sabato al Santuario mariano della Consolata, a Torino. Foto di Andrea Pellegrini per La Voce e il Tempo. Per gentile concessione.
Quest’Avvento, in tempo di pandemia, ha un sapore e un valore senza precedenti. E’ speranza viva, anche in mezzo alle lacrime, anche tra le mille incertezze di chi vive a denti stretti. A Torino e Susa, con l’inizio di questo tempo liturgico forte, si rafforza una catena di preghiera che coinvolge oltre 400 parrocchie, numerosi santuari, decine di monasteri maschili e femminili, ma anche centri di preghiera, case di cura e di riposo, oltre a un numero incalcolabile di laici e famiglie. Un rosario più forte della paura: ecco la proposta lanciata da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa. Il Pastore ha invitato i fedeli a unirsi spiritualmente nella recita del rosario ogni sabato (da novembre fino alle feste natalizie), alle 17.30 (o comunque prima della Messa vespertina). E’ un modo per implorare la fine della pandemia e per riscoprire, nella prova, il senso profondo della comunità. «Meditando i Misteri della Luce» scrive il presule, «pregheremo in particolare per i contagiati dal virus, per quanti sono impegnati nella tutela della salute, e per la Chiesa tutta».
Monsignor Nosiglia sa bene quanto il momento sia difficile e angoscioso per le comunità da lui guidate. Anche se qualche segnale di miglioramento inizia a vedersi, il Piemonte resta tuttora una delle Regioni più colpite dal virus. Il sistema sanitario è in affanno. E alla grave emergenza sanitaria si affiancano i danni al sistema produttivo, con un preoccupante impoverimento del tessuto sociale. Ecco perché il rosario comunitario voluto dall’Arcivescovo ha il valore di un balsamo sulle ferite. «Preghiamo» scrive il pastore delle diocesi di Torino e Susa «anche perché la comune lotta contro il coronavirus non esasperi gli animi ed eviti ogni forma di protesta violenta, ma promuova la ricerca di vie e modalità concrete di sostegno e aiuto alle categorie più penalizzate, salvaguardi il lavoro fonte prima e necessaria per la vita delle famiglie e di ogni persona e favorisca vie di solidarietà, di giustizia e di pacificazione nella nostra società».
Il nuovo richiamo alla preghiera comune è in continuità con un’altra iniziativa lanciata da mons. Nosiglia la scorsa primavera, quando, ogni giorno, fino alla fine del lockdown, il presule aveva guidato la recita quotidiana del rosario, seguito dai fedeli attraverso una diretta sul web.