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A scuola del futuro tra corsi in robotica e internet delle cose per formare professionisti 2.0

di Flavia Gamberale Fraticelli

Formare professionisti 2.0: la corsa delle università italiane

Esperti di robotica e intelligenza artificiale, maghi dell’algoritmo e del data science. Le università italiane aprono alle professioni del futuro. L’ultima in ordine di tempo è stata l’Università di Udine che pochi giorni fa ha inaugurato il primo corso triennale in Internet of things. E così la lista degli atenei che cercano di rivoluzionare i loro percorsi formativi si allunga di anno in anno. Master di secondo livello, ma anche veri e propri corsi di laurea: l’offerta è in continua crescita per cercare di stare al passo con le richieste del mondo del lavoro.

Secondo l’ultimo rapporto Assinform, infatti, entro il 2018 il mercato italiano avrà bisogno di 85mila nuovi specialisti del digitale: dai Data scientist ai Business analyst, passando per gli esperti di cybersecurity e di Iot, fino ad arrivare agli sviluppatori, addetti allo sviluppo mobile e progettisti informatici di Enterprise architecture. Figure ad oggi molto difficili da trovare in Italia. Un gap che il sistema universitario sta cercando di colmare.

Studenti a lezioni di Internet delle cose: la laurea triennale dell’Università di Udine

Attivato quest’anno dal Dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche dell’ Università di Udine, il corso triennale in Internet of things vuole formare professionisti specializzati nella programmazione e progettazione di dispositivi Iot, oltre che analisti e progettisti web, web designer, web developer, web manager e data scientist. Una serie di figure che potranno trovare lavoro nell’ambito dell’Industria 4.0.

Del resto l’Università di Udine ha una certa dimestichezza con le discipline digitali. L’ateneo è stato, infatti, uno dei primi a istituire negli anni ’80 la laurea in Informatica, sfornando più di 2mila laureati.

Data science: una laurea di tendenza

Decisamente più numerosi i corsi di laurea e i master in Data science. Diversi atenei italiani hanno arricchito i loro curricula formativi con questa specializzazione sempre più ricercata dalle aziende. Le Università di Pisa, di Padova, di Milano Bicocca, di Roma La Sapienza e la Ca’ Foscari di Venezia già da qualche tempo offrono percorsi ad hoc, perlopiù lauree magistrali, che mirano a formare gli scienziati del dato. Una new entry della lista è l’Università di Cagliari che proprio pochi giorni fa ha annunciato l’apertura delle iscrizioni per il corso in Data Science, Business analytics e Innovazione, realizzato dalla Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche dell’ateneo sardo.

Il fatto che la laurea sia stata promossa da un dipartimento di studi umanistici non deve meravigliare. Perché come spiega Barbara Martini, Cofondatrice del Master in Big data and business analytics di Tor Vergata, il Data scientist è una figura ibrida. Non assimilabile al semplice analista del dato, questo professionista «ha competenze interdisciplinari: informatiche, statistiche, di business, oltre ad avere una solida conoscenza delle norme sulla privacy e in materia di security». Per dirla in parole povere: il Data scientist è colui che, forte dei suoi skill informatici e pienamente consapevole degli obiettivi di business della sua azienda, sa suggerire al management come utilizzare la grande mole di dati intercettata da più fonti, non ultima la Rete. Un analista di dati complessi con una sviluppata visione manageriale, insomma.

Progettare robot e droni: ecco gli atenei che lo insegnano

Altre figure professionali particolarmente richieste dal mercato saranno nei prossimi anni i progettisti di robot e di droni: ingegneri specializzati nella programmazione avanzata che troveranno posto nelle varie industrie produttrici di sistemi automatici e meccatronici.

Proprio per questo sono stati attivati di recente alcuni corsi di laurea ad hoc. Il Politecnico di Torino, l’università di Pisa, quelle di Padova, di Palermo e di Parma offrono corsi di laurea magistrale in Ingegneria robotica e dell’automazione, mentre gli atenei di Roma La Sapienza e quello di Genova garantiscono più o meno il medesimo percorso di studi ma con un respiro più internazionale. Le lezioni si svolgono, infatti, in inglese. Nell’elenco di eccellenze non poteva mancare il Politecnico di Milano che da qualche tempo ha attivato uno specifico corso in Ingegneria dell’automazione, volto a formare i progettisti di sistemi automatici complessi.

da www.corriere.it

@Riproduzione Riservata del 12 agosto 2017

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