Quegli "amici" che con la pandemia si dimenticano di noi
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 26 febbraio 2021
Mara
Risponde don Antonio Rizzolo
Cara Mara, mi è piaciuta molto la tua lettera, per il bel legame d’amore che ti unisce a tuo marito e per la schiettezza con cui esprimi i tuoi sentimenti. L’amicizia è una bellissima cosa. Così si legge nel libro del Siracide: «Un amico fedele è rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro» (6,14). Il che vuole anche dire che non è facile trovarlo. Molte di quelle che chiamiamo amicizie sono spesso conoscenze più o meno profonde. Penso che ci siano diversi livelli di amicizia, da quella intima e profonda, a quella più super- ciale e occasionale. Non è il caso, quindi, di prendersela troppo. La pandemia, peraltro, ha avuto effetti psicologici diversi sulle persone, alcune si sono chiuse in se stesse e, al di là delle intenzioni, fanno difficoltà a rapportarsi con gli altri. Anche se vi siete un po’ stancati, non smettere di fare il primo passo insieme a tuo marito. Fa bene agli altri, ma anche a voi. Ti invito a leggere anche gli altri passi sull’amicizia nel capitolo 6 del Siracide, ricco di consigli sapienti. Come questo, che distingue varie categorie di amici: «C’è chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura. C’è anche l’amico che si cambia in nemico e scoprirà i vostri litigi a tuo disonore. C’è l’amico compagno di tavola, ma non resiste nel giorno della tua sventura... Per un amico fedele non c’è prezzo, non c’è misura per il suo valore. Un amico fedele è medicina che dà vita: lo troveranno quelli che temono il Signore» (6,8-10.15-16).