Angelus dell'Assunta. Papa Francesco: alla Regina della pace affido i dolori dei popoli
"Cari fratelli e sorelle, a Maria Regina della pace, che contempliamo oggi nella gloria del Paradiso, vorrei affidare ancora una volta le ansie e i dolori delle popolazioni che in tante parti del mondo soffrono a causa di calamità naturali, di tensioni sociali o di conflitti. Ottenga la nostra Madre celeste per tutti consolazione e un futuro di serenità e di concordia!".
Con queste parole Papa Francesco si è rivolto alla folla di piazza San Pietro nel tradizionale appuntamento dell'Angelus di Ferragosto. Nella breve catechesi che ha preceduto la preghiera mariana, Francesco ha auspicato: "celebrando Maria Santissima Assunta in Cielo, vorremmo che Lei, ancora una volta, portasse a noi, alle nostre famiglie, alle nostre comunità, quel dono immenso, quella grazia unica che dobbiamo sempre chiedere per prima e al di sopra delle altre grazie che pure ci stanno a cuore: la grazia che è Gesù Cristo!". "Portando Gesù - ha spiegato il Papa - la Madonna porta anche a noi una gioia nuova, piena di significato; ci porta una nuova capacità di attraversare con fede i momenti più dolorosi e difficili; ci porta la capacità di misericordia, per perdonarci, comprenderci, sostenerci gli uni gli altri. Maria è modello di virtù e di fede". "Nel contemplarla oggi assunta in Cielo, al compimento finale del suo itinerario terreno, la ringraziamo - ha poi continuato - perché sempre ci precede nel pellegrinaggio della vita e della fede. E le chiediamo che ci custodisca e ci sostenga; che possiamo avere una fede forte, gioiosa e misericordiosa; che ci aiuti ad essere santi, per incontrarci con lei, un giorno, in Paradiso".
Commentando il Vangelo odierno, che presenta la visita di Maria a Elisabetta per aiutarla negli ultimi mesi della sua prodigiosa gravidanza, il Papa ha sottolineato che il dono più grande che Maria porta all'anziana cugina – e al mondo intero – è Gesù, che già vive in lei: “Nella casa di Elisabetta e di suo marito Zaccaria, dove prima regnava la tristezza per la mancanza di figli, ora c’è la gioia di un bambino in arrivo: un bambino che diventerà il grande Giovanni Battista, precursore del Messia. E quando arriva Maria, la gioia trabocca e prorompe dai cuori, perché la presenza invisibile ma reale di Gesù riempie tutto di senso: la vita, la famiglia, la salvezza del popolo… Tutto!”.
Questa gioia piena - ha spiegato Francesco – “si esprime con la voce di Maria nella preghiera stupenda che il Vangelo di Luca ci ha trasmesso e che, dalla prima parola latina, si chiama Magnificat. È un canto di lode a Dio che opera cose grandi attraverso le persone umili, sconosciute al mondo”, perché "l'umiltà è come un vuoto che lascia posto a Dio - ha aggiunto a braccio - L’umile è potente, perché è umile, non perché è forte. E questa è la grandezza dell’umile e dell’umiltà": “Il Magnificat canta il Dio misericordioso e fedele, che compie il suo disegno di salvezza con i piccoli e i poveri, con quelli che hanno fede in Lui, che si fidano della sua Parola, come Maria. Ecco l’esclamazione di Elisabetta: «Beata te che hai creduto» (Lc 1,45). In quella casa, la venuta di Gesù attraverso Maria ha creato non solo un clima di gioia e di comunione fraterna, ma anche un clima di fede che porta alla speranza, alla preghiera, alla lode”.
Di qui l’augurio del Papa: “Tutto questo vorremmo avvenisse anche oggi nelle nostre case. Celebrando Maria Santissima Assunta in Cielo, vorremmo che Lei, ancora una volta, portasse a noi, alle nostre famiglie, alle nostre comunità, quel dono immenso, quella grazia unica che dobbiamo sempre chiedere per prima e al di sopra delle altre grazie che pure ci stanno a cuore: la grazia che è Gesù Cristo!”.
Portando Gesù – ha aggiunto Francesco – “la Madonna porta anche a noi una gioia nuova, piena di significato; ci porta una nuova capacità di attraversare con fede i momenti più dolorosi e difficili; ci porta la capacità di misericordia, per perdonarci, comprenderci, sostenerci gli uni gli altri”. Quindi, così conclude la sua catechesi: “Maria è modello di virtù e di fede. Nel contemplarla oggi assunta in Cielo, al compimento finale del suo itinerario terreno, la ringraziamo perché sempre ci precede nel pellegrinaggio della vita e della fede. E' la prima discepola. E le chiediamo che ci custodisca e ci sostenga; che possiamo avere una fede forte, gioiosa e misericordiosa”.
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 16 agosto 2017