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«SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA»

di Raffaele Iaria

da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 26 settembre 2021

Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. Papa Francesco invita ad aprire le porte a chi «è in cerca di una nuova vita». Una miriade di iniziative nella Chiesa in tutto il Paese. Il cardinale Bassetti: «Impariamo a pensarci sempre più come famiglia umana».-

Un futuro a «colori» per le nostre società chiede papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra oggi sul tema «Verso un ‘noi’ sempre più grande». Un messaggio che invita a pensare e a ragionare al “noi” plurale perché, come ha più volte ripetuto il papa, nessuno si salva da solo, «siamo tutti sulla stessa barca». E la pandemia ce lo ha insegnato. E il “noi” plurale ci invita all’incontro con le diversità e al dialogo tra persone di diversa etnia, opportunità di crescita e di arricchimento come Chiesa, dice il Papa. Solo così cammineremo «insieme verso un noi sempre più grande» e ricomporremo «la famiglia umana, per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso». Il papa, qualche anno fa, aveva concentrato il suo messaggio proprio sul tema “Non si tratta solo di migranti”: “attraverso di loro il Signore – scriveva - ci chiama a una conversione, a liberarci dagli esclusivismi, dall’indifferenza e dalla cultura dello scarto. Attraverso di loro il Signore ci invita a riappropriarci della nostra vita cristiana nella sua interezza e a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio”.

Un mondo che ci aiuta a guardare l’altro in modo diverso, a superare quel “prima noi” che porta verso l’esclusione dell’altro e guardare al “Noi” sempre più grande che impegni tutti a fare la nostra parte sul versante educativo e culturale, aiutando a superare paure, pregiudizi e diffidenze. E il dramma che sta vivendo l’Afghanistan ci interpella proprio su questo e ripropone un’azione comune europea nel Mediterraneo che unisca ai controlli, il salvataggio, il riconoscimento e la tutela di coloro che hanno diritto a una protezione internazionale, nelle diverse forme, e la loro accoglienza in tutti i Paesi europei, come ha ribadito la Fondazione Migrantes qualche settimana fa. Papa Francesco, il 5 settembre scorso, ha invitato i Paesi ad aprire le le porte a «quanti cercano una nuova vita», offrendo loro «accoglienza e protezione». Tante anche le accoglienze  di famiglie intere in Italia da parte delle diocesi come a Massa Carrara- Pontremoli dove “Casa Betania”, braccio operativo della Migrantes diocesana, ospita la famiglia Azimi, 8 componenti: i genitori e 6 figli. Per una delle figlie, Soraya, 23 anni, studentessa di relazioni internazionali a Kabul, insieme al Centro Studenti Internazionali “G.La Pira” di Firenze “stiamo valutando l'inserimento in università per il prossimo anno”, ci dice la direttrice Migrantes della Toscana, Sara Vatteroni. A Massa sono in 7: il figlio più grande di 25 anni vive in indonesia da 5 anni in un campo gestito dalle Nazioni Unite come rifugiato e la famiglia “è molto preoccupata, perchè le sue condizioni – spiega Vatteroni - sono molto difficili, non può uscire dal campo se non per necessità specifiche, non può lavorare, non riceve alcun servizio di inserimento sociale e lavorativo e stanno chiedendo per lui il ricongiungimento famigliare”.

Sul tema della Giornata, giunta alla 107esima edizione, diverse iniziativa e celebrazioni eucaristiche promosse dagli uffici Migrantes molte delle quali presiedute dai vescovi. La Commissione Cei per le Migrazioni e la Fondazione Migrantes hanno scelto la Basilica della Santa Casa di Loreto per la celebrazione nazionale che si terrà oggi alle 11,00 presieduta dal presidente dei vescovi marchigiani, l’arcivescovo di Pesaro, mons. Pietro Coccia.  Un santuario, quello di Loreto, che ogni anno accoglie il pellegrinaggio regionale dei migranti che vivono nelle Marche.  La Fondazione Migrantes ha invitato parrocchie e comunità religiose a riflettere in questi mesi sul tema scelto dal papa ed ha inviato a tutte un numero speciale della rivista mensile “Migranti-Press” con commenti al messaggio di papa Francesco ma anche spunti per l’omelia e sussidi per adulti, giovani e ragazzi. Il tema della giornata è “un appello a pensarci sempre più come famiglia umana, vedendo in ciascuno – soprattutto negli ultimi e nei bisognosi – un fratello”, ha detto al mensile della Fondazione il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, invitando a fare tesoro di quello che la terribile prova della pandemia “che stiamo ancora vivendo ci ha insegnato, impegnandoci a ogni livello per combattere il virus dell’individualismo, che genera processi di disgregazione e ci rende incapaci di disegnare un futuro degno per tutti”.

Essere cattolici “di fronte al dramma di chi fugge dagli orrori della guerra, significa saper riconoscere e accogliere il bene ovunque esso sia e rallegrarci di esso”, ha scritto il direttore generale della Fondazione don Gianni De Robertis mentre per l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Commissione Cei per le Migrazioni, mons. Gian Carlo Perego, il “noi” è a “fondamento non solo della fede, ma anche della speranza e della carità: caratterizza l’abito cristiano, la nostra responsabilità e i nostri progetti”. E per dire grazie al Papa  in Piazza San Pietro saranno oggi circa un migliaio i migranti presenti insieme ai cappellani delle 47 comunità e dei 150 centri pastorali della diocesi di Roma con le bandiere dei paesi di loro provenienza. Una iniziativa promossa dall’ ufficio Migrantes della diocesi di Roma e dal Centro Astalli che si ripete da diversi anni: “una giornata di festa per stringerci intorno al Papa che non perde occasione per dimostrare vicinanza e sostegno verso tutta la realtà del mondo migrante”, commenta il direttore Migrantes di Roma e Lazio, mons. Pierpaolo Felicolo. A Messina festa invece per 25 srilankesi che oggi pomeriggio riceveranno il Sacramento della Confermazione nella Basilica Cattedrale, dal vescovo ausiliare mons. Cesare Di Pietro, durante la Santa Messa animata dalle cappellanie cattoliche e dai volontari dell’ufficio diocesano Migrantes.

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