Angelus. Nelle mani di Gesù la più piccola pietra diventa preziosa
L’unità, la comunione in Cristo e l’amore di Dio che ama ogni uomo. L'appello del Papa per i Rohingya e poi vicino a Bangladesh, Nepal e India.-
L’unità, la comunione in Cristo e l’amore di Dio che ama ogni uomo sono state le linee tracciate dal Papa prima della preghiera mariana in Piazza San Pietro. Riferendosi al Vangelo del giorno (Mt 16,13-20), che “riporta un passaggio-chiave nel cammino di Gesù con i suoi discepoli”, ovvero la verifica della loro fede, che poggia sul dono del Padre, e il mandato a Pietro ad essere la “pietra, roccia” sulla quale Cristo edificherà la Sua Chiesa, Francesco ha ribadito che “anche con noi, oggi, Gesù vuole continuare a costruire questa casa con fondamenta solide”.
Francesco guarda alle “crepe” di questo edificio, che “non mancano”, e alla necessità di continue riparazioni, "la Chiesa sempre ha bisogno di essere riformata, riparata". “Noi certamente non ci sentiamo delle rocce - afferma - ma solo delle piccole pietre. Tuttavia, nessuna piccola pietra è inutile, anzi, nelle mani di Gesù la più piccola pietra diventa preziosa".
Sottolinea poi la tenerezza di Dio che “colloca” ognuno “nel posto giusto”, rendendo con il Suo “amore” ogni uomo pietra viva, con “una missione nella Chiesa” che è “comunità di vita, fatta di tantissime pietre, tutte diverse, che formano un unico edificio nel segno della fraternità e della comunione”. "Ognuno di noi - rimarca - è una piccola pietra, ma nelle mani di Gesù fa proprio la costruzione della Chiesa".
Ricordando infine il martirio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Papa torna al Vangelo odierno che “ci ricorda che Gesù ha voluto per la sua Chiesa un centro visibile di comunione in Pietro e in coloro che gli sarebbero succeduti”, i “Vescovi di Roma”, la città dove “Pietro e Paolo hanno reso la testimonianza del sangue”. Quindi l’affidamento a Maria perché sia realizzata “pienamente quell’unità e quella comunione per cui Cristo e gli Apostoli hanno pregato e hanno dato la vita”.
Dopo la preghiera dell'Angelus, il Papa ha espresso la sua vicinanza alle popolazioni di Bangladesh, Nepal e India colpite, nei giorni scorsi da grandi alluvioni. Francesco ha pregato “per le vittime e per quanti soffrono a causa di questa calamità”. Lo sguardo e le preghiere del Papa sono poi andati al Myanmar: "Sono arrivate - ha detto - tristi notizie sulla persecuzione della minoranza religiosa, i nostri fratelli Rohingya. Vorrei esprimere tutta la mia vicinanza a loro, e tutti noi chiediamo al Signore di salvarli e suscitare uomini e donne di buona volontà in loro aiuto, che diano loro i pieni diritti.
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 28 agosto 2017