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«LA DIAGNOSI INFAUSTA E IL CONSIGLIO DI ABORTIRE. OGGI SAMUELE FRANCESCO PIO HA 24 ANNI E STA BENE»

Chiara Pelizzoni

da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 23 settembre 2022

Il 23 settembre, San Pio, del 1998 la terribile notizia di una grave malformazione e il suggerimento di abortire. Ma Silvia non si è fatta scoraggiare e ha scelto di portare avanti la gravidanza. Oggi suo figlio che è in ottima salute, ha 24 anni. Su Famiglia Cristiana numero 40 in edicola la quinta puntata di “FC per la vita” dedicata all’aborto.-

È una testimonianza scritta di getto, con la gratitudine nel cuore quella di Silvia che 24 anni fa il giorno di San Pio, 23 settembre, ricevette una diagnosi infausta per il bimbo che aveva nella pancia. Si affidò al Signore in difesa della vita e oggi, Samuele Francesco Pio (per gratitudine e devozione) ha 24 anni e sta bene. «Alla mia prima gravidanza (partita gemellare, ma un cuoricino si fermò ) al mio bimbo fu riscontrato un gravissimo igroma cistico ((accumulo di liquidi per un'anomali del sistema linfatico, ndr) con la  translucenza nucale» racconta Silvia. «Mi avevano detto: “esiste una possibilità su un  milione che possa nascere… devi abortire perché non si può far nulla, si trasformerà in tante cisti di acqua… non avrà nemmeno più una forma "umana" e  porterà anche te alla morte”».

Settimane e settimane ricoverata al Gemelli a Roma «con tantissime ecografie, una al giorno». Ancora ricorda che «gli specializzandi venivano a vedere questo "fenomeno da baraccone" e commentavano senza carità. Avevo 22 anni ed ero sposata da soli 4 mesi. Mi mandarono anche a fare un consulto dal neuropsichiatra, perché secondo loro, rifiutando l'aborto, non capivo, ero incapace di intendere a causa degli ormoni della gravidanza, soprattutto perché avendo io una malattia genetica rara (sindrome Ehlers Danlos) con questa complicazione sarei potuta morire avendo un difetto del collagene».

Intanto, dopo qualche settimana «l’igroma era sceso ancora, fino alla terza vertebra del torace e il bimbo aveva anche un grande edema sull’addome. Ero avvolta con mio marito in una bolla. Tutti parlavano, pontificavano, consigliavano, condannavano, noi eravamo protetti dalla preghiera dei nostri fratelli. A un certo punto, esausta, misi la firma in modo che nessuno della mia famiglia potesse denunciare l 'ospedale in caso del mio decesso e andai via. Chiamai l'ospedale di san Giovanni Rotondo e il primario al telefono mi disse "stai serena, oggi sei mamma e noi siamo con te, ti terremo la mano finché il Signore deciderà di prendersi questo figlio, mi dispiace, non possiamo far nulla per lui… ma possiamo inginocchiarci e chiedere di darti  la forza di affrontare questo dolore” (scoprii poi che il primario era figlio spirituale di San Pio)».

Il giorno dopo con mille paure «dissi “amen” a questa sofferenza entrando nella volontà di Dio sapendo che qualunque cosa avesse compiuto sarebbe stata per il mio bene.

A 26 settimane, un altro medico, in un’altra città, mi ripetè "sei giovane, avrai tanti bimbi, esiste anche l’adozione, ma per il tuo bene sei ancora in tempo per fare l' aborto terapeutico, questo bimbo se mai nascerà sarà gravemente malato, per la scienza e bioetica, in questo caso in cui tu stessa rischi la vita si può, anzi si deve fare, te lo garantisco”. Non ci potevo credere… ancora l'aborto annunciato come "salvezza, liberazione, pace, assenza di dolore". Man mano che il bimbo cresceva e continuava a vivere, implorai Dio di darmi la forza di affrontare la disabilità o la morte dopo il parto ...e poi… bho ..Samuele (impetrato con la preghiera, chiesto con la preghiera incessante ) è venuto alla luce, oggi ha 24 anni e altri cinque fratelli (due di loro ci attendono già in Cielo) ed è  nato sano».

Ogni volta in cui ripensa «all’incredibile e per noi impossibile progetto del Padre… il mio cuore perde un battito per l’emozione. Affido questo suo figlio alla Sua volontà, certa che ha in serbo per lui un grande progetto di salvezza. Indelebile oltre al giorno della sua nascita, per me è il 23 Settembre San Pio, data in cui ricevetti la “condanna". Quella lunghissima notte in cui non avevo più lacrime, sola con il Solo, ebbi una strana sensazione, tra il sonno e la veglia, percepiii la voce di un vecchietto che diceva “spera e nascerà”. All'alba, entrò un frate in camera per consolarmi, mi ricordò padre Pio, insieme a una suorina di colore che continuava a sorridermi nonostante le mie lacrime. Poi al mattino arrivò mamma, trasferita per me a Roma, lasciando a casa i miei fratelli e mio padre… Mi costrinse ad alzarmi, nonostante fossi allettata da tempo, mi mise su una carrozzina e mi portò di peso nella cappellina, lí mi prese un colpo, un quadro esposto di Padre Pio… Di nuovo lui… una strana persecuzione. Subito dopo scoprii il perché... Era la sua festa, coincidenza? Preferisco pensare a Dioincidenza. Da quel momento il giogo fu più soave, avevo la certezza di non essere sola».

Ma la grazia non è arrivata solo al suo bambino. «Nonostante il terrorismo psicologico e la mancanza assoluta di speranza ricevuta per Samuele, aver dato la possibilità al Gemelli di studiarci ogni singolo giorno, con ecografie quotidiane alla presenza di intere équipe, ha prodotto che con questo materiale fosse iniziata  una ricerca e un  protocollo sperimentale (meno di un anno dopo) con un risultato fondamentale; hanno infatti ribaltato la considerazione, in termini assoluti, di tutti i casi di igroma cistico come privi di qualsiasi speranza e hanno permesso, a tanti bambini destinati all’aborto terapeutico di nascere perfettamente sani. Il Signore é stato fedele e io, indegna spettatrice della sua opera, per questo oggi ringrazio la preghiera di intercessione di san Pio per il mio Samuele Francesco Pio».

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