«UNA CHIESA DAL CUORE STRETTO SAREBBE UNA MALEDIZIONE. DIO CI CHIEDE DI ESSERE UNITI»
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 22 gennaio 2023
Francesco a San Pietro celebra la Messa nella Domenica della Parola, conferisce il ministero di accolitato e catechista a dieci laici e lancia un appello a superare le divisioni: «Tutti siamo sotto l'autorità della Parola di Dio. Non sotto i nostri gusti, tendenze e preferenze, ma sotto l'unica Parola di Dio che ci plasma, ci converte e ci chiede di essere uniti nell'unica Chiesa di Cristo». E avverte: «Non ci succeda di predicare la salvezza per tutti e rendere impraticabile la strada per accoglierla».-
«Questa è la strada che ci ha indicato la Chiesa: tutti, anche i Pastori della Chiesa, siamo sotto l'autorità della Parola di Dio. Non sotto i nostri gusti, le nostre tendenze e preferenze, ma sotto l'unica Parola di Dio che ci plasma, ci converte e ci chiede di essere uniti nell'unica Chiesa di Cristo».
Papa Francesco lancia appello a superare le divisioni nella Chiesa ed esorta i pastori ad essere al servizio dei fedeli: «Non ci succeda», avverte, «di professare un Dio dal cuore largo ed essere una Chiesa dal cuore stretto; questa sarebbe, mi permetto di dire, una maledizione. Non ci succeda di predicare la salvezza per tutti e rendere impraticabile la strada per accoglierla; di saperci chiamati a portare l'annuncio del Regno e trascurare la Parola, disperdendoci in tante attività secondarie o tante discussioni secondarie».
Nella Basilica di San Pietro, il Pontefice presiede la Messa solenne in occasione della Domenica della Parola di Dio, istituita nel 2019, nel corso della quale conferisce a dieci fedeli, uomini e donne laici, provenienti da diversi Paesi del mondo il ministero del Lettorato e il ministero del Catechista, ministeri fondamentali per l’annuncio della Parola di Dio. I riti all’altare sono celebrati da monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Nell’omelia, Francesco si sofferma sulla “dinamicità” dell’annuncio del Vangelo secondo lo stile di Gesù, il quale, ricorda il Papa, «sconfina», va verso gli altri perché «la misericordia è per tutti, è per tutti. Il Vangelo ci presenta Gesù sempre in movimento, in cammino verso gli altri. In nessuna occasione della sua vita pubblica Egli ci dà l'idea di essere un maestro statico, un dottore seduto in cattedra; al contrario, lo vediamo itinerante e lo vediamo pellegrino, a percorrere città e villaggi, a incontrare volti e storie», sottolinea il Pontefice. «I suoi piedi sono quelli del messaggero che annuncia la buona notizia dell'amore di Dio» e tutti «possono vedere la luce. E così Gesù “allarga i confini”: la Parola di Dio, che risana e rialza, non è destinata soltanto ai giusti di Israele, ma a tutti, a tutti; vuole raggiungere i lontani, vuole guarire gli ammalati, vuole salvare i peccatori, vuole raccogliere le pecore perdute e sollevare quanti hanno il cuore affaticato e oppresso. Gesù insomma, “sconfina” per dirci che la misericordia di Dio è per tutti. La misericordia di Dio è per me, ciascuno può dire questo».
Francesco invita a guardare all’esempio di Cristo: «Impariamo da Gesù a mettere la Parola al centro, ad allargare i confini, ad aprirci alla gente, a generare esperienze di incontro con il Signore, sapendo che la Parola di Dio non è cristallizzata in formule astratte e statiche, ma conosce una storia dinamica fatta di persone e di eventi, di parole e di azioni, di sviluppi e tensioni».
«La vicinanza di Dio», afferma ancora il Papa, «non è neutra, la sua presenza non lascia le cose come stanno, non difende il quieto vivere». È qui il cambiamento che genera la Parola, è la conversione - l’altra strada indicata da Francesco – infatti la Parola «ci mette in crisi», perché tagliente come una spada che penetra nella vita, «facendoci discernere sentimenti e pensieri del cuore». Entra in noi trasformandoci e orientando la vita al Signore: «Ecco l’invito di Gesù: Dio si è fatto vicino a te, perciò accorgiti della sua presenza, fai spazio alla sua Parola e cambierai lo sguardo sulla tua vita. Vorrei dirlo anche così: metti la tua vita sotto la Parola di Dio».
Bergoglio ricorda Simone e Andrea che diventano pescatori di uomini e sottolinea che la missione è quella di portare «la consolazione della Parola, l’annuncio dirompente di Dio che trasforma la vita, la gioia di sapere che Egli è Padre e si rivolge a ciascuno». Parola che diventa carne capace di accarezzare “la carne di chi soffre”: «Il dinamismo della Parola: ci attira nella “rete” dell'amore del Padre e ci rende apostoli che avvertono il desiderio irrefrenabile di far salire sulla barca del Regno quanti incontrano. Questo non è proselitismo perché quella che chiama è la Parola di Dio, non la nostra parola».
Francesco ringrazia chi si dà da fare perché la Parola di Dio sia rimessa al centro soprattutto i tre nuovi lettori, provenienti da Regno Unito, Filippine e Repubblica Democratica del Congo, e i sette catechisti: tre italiani, due filippini, uno della Repubblica Democratica del Congo e un altro proveniente dal Messico. A loro conferisce il ministero, sottolineando che nell’annuncio della Parola questa deve parlare anche a sé stessi. Francesco invita a coltivare la preghiera e a testimoniare il Vangelo con la vita.
Uno ad uno, davanti al Papa, i lettori ricevono le Sacre Scritture accogliendo l’invito di Francesco a trasmettere fedelmente la Parola di Dio perché fruttifichi nel cuore degli uomini. I catechisti, ai quali viene consegnato un crocifisso, vengono poi benedetti nel loro ministero che, sottolinea il Papa, deve essere animato da vero entusiasmo apostolico.