Papa all'Angelus. «Nel Regno di Dio non ci sono disoccupati»
Redazione Internet
«Dio non esclude nessuno e vuole che ciascuno raggiunga la sua pienezza. Questo è l'amore di nostro Dio che è padre».-
"Nel Regno di Dio non ci sono disoccupati, tutti sono chiamati a fare la loro parte; e per tutti alla fine ci sarà il compenso che viene dalla giustizia divina – non umana, per nostra fortuna!". Così il Papa all’Angelus domenicale in Piazza San Pietro, commentando la parabola dei lavoratori chiamati a giornata e raccontata da Gesù nel Vangelo odierno (Mt 20,1-16). “Due sono gli aspetti del Regno di Dio – spiega ancora Papa Francesco - che Gesù vuole comunicare: il primo, che Dio vuole chiamare tutti a lavorare per il suo Regno; il secondo, che alla fine vuole dare a tutti la stessa ricompensa, cioè la salvezza, la vita eterna”.
Da qui, la provocazione di quell’apparente ingiustizia che rende invidiosi i lavoratori chiamati ad inizio giornata e pagati tanto quanto quelli a servizio per poche ore: “Il padrone della vigna decide infatti di dare a tutti la stessa paga (…) perché - continua Francesco - Gesù vuole aprire i nostri cuori alla logica dell’amore del Padre, che è gratuito e generoso”.
E se la logica umana è spesso piegata all’egoismo e al proprio tornaconto, citando Isaia (55,8) il Papa esorta a lasciarci “stupire e affascinare dai pensieri e dalle vie di Dio che non sono i nostri pensieri e non sono le nostre vie”. Prima di concludere con l’affidamento alla Vergine Maria perché interceda affinché si accolga “nella nostra vita la logica dell’amore che ci libera dalla presunzione di meritare la ricompensa di Dio e dal giudizio negativo sugli altri”, Papa Francesco si sofferma sullo sguardo “pieno di attenzione e benevolenza” del padrone: E' uno sguardo che chiama, che invita ad alzarsi, a mettersi in cammino, perché vuole la vita per ognuno di noi, vuole una vita piena, impegnata, salvata dal vuoto e dall’inerzia. Dio che non esclude nessuno e vuole che ciascuno raggiunga la sua pienezza. Questo è l’amore del nostro Dio, del nostro Dio che è Padre".
Nel dopo Angelus, il pensiero del Santo Padre al sacerdote missionario in Guatemala, Stanley Francis Rother, ucciso nel 1981 a soli 46 anni in “odium fidei” e beatificato per la sua opera evangelizzatrice e di promozione umana dei più poveri. "Il suo esempio eroico - ha detto il Papa - ci aiuti ad essere coraggiosi testimoni del Vangelo, impegnandoci in favore della dignità dell’uomo". In chiusura, il suo particolare saluto non solo a tutti i pellegrini ma anche al coro della Missione Cattolica italiana di Berna, alla comunità romana di Comunione e Liberazione, e ai fedeli di Villadossola, Offanengo e Nola.
da www.avvenire.it
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