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Diabete in gravidanza: solo una donna a rischio su due fa il test

di Elena Meli

Le donne obese e quelle con un’alterata glicemia a digiuno nel primo trimestre, tutte ad alto rischio di diabete gestazionale, non si sottopongono agli screening necessari.-

Il diabete gestazionale è il problema più comune durante l’attesa, eppure perfino le donne che hanno un rischio più alto del normale di andarvi incontro non si sottopongono allo screening (semplicissimo) con la curva da carico di glucosio. Lo ha rivelato un’indagine della Società Italiana di Diabetologia presentata all’ultimo congresso dell’European Association for the Study of Diabetes (EASD).

Pochi test nonostante le linee guida

Gli autori hanno valutato poco meno di 1400 donne in attesa seguite al Centro Diabetologico dell’ospedale di Cisanello (Pisa), per capire se e quante donne a rischio si fossero sottoposte ai testquando indicato dalle raccomandazioni. Dal 2011 infatti le linee guida italiane sul diabete gestazionale indicano di sottoporre allo screening con la curva da carico orale di glucosio alla 16a- 18a settimana le donne a rischio, ovvero le obese, chi ha un’alterata glicemia a digiuno nel primo trimestre e chi ha già sofferto di diabete gestazionale. I dati raccolti dai medici mostrano che il 14 per cento delle donne valutate era ad alto rischio, nell’84 per cento dei casi per un solo fattore, nel 16 per cento per due fattori, eppure, lo screening precoce era stato eseguito soltanto da una su due e solo il 28 per cento lo aveva ripetuto più avanti nella gravidanza essendo risultata normale alla prima va-lutazione.

I pericoli per mamma e feto

«Il 67 per cento delle donne a rischio ha sviluppato un diabete gestazionale, che nel 40 per cento dei casi si poteva riconoscere già al momento dello screening precoce – spiega la responsabile dello studio, Cristina Bianchi –. Fra le 16 e le 18 settimane il diabete era rilevabile nel 56 per cento delle donne che avevano già avuto un diabete gestazionale, nel 67 per cento delle obese e nell’80 per cento di quelle con alterata glicemia a digiuno nei primi tre mesi, per arrivare al 100 per cento delle obese con glicemia alta a digiuno nel primo trimestre». Riconoscere il diabete in gravidanza per tempo è importante perché la malattia, se non viene diagnosticata e trattata in modo opportuno, si associa a un alto rischio di complicanze per mamma e bambino, dal rischio di parto pretermine all’aumento della probabilità di cesareo, dalla maggior mortalità perinatale a difetti dello sviluppo. Un altro studio SID presentato al congresso peraltro ha dimostrato per la prima volta che le cellule staminali mesenchimali del cordone ombelicale di mamme con diabete hanno minori capacità “plastiche” e si differenziano peggio, per esempio, in cellule adipose od ossee; inoltre, esprimono una maggior quantità di molecole correlate all’infiammazione e questo, secondo i ricercatori, potrebbe almeno in parte spiegare gli esiti nefasti del diabete gestazionale sullo sviluppo del bambino.

da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 08 ottobre 2017

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