logo sito cav

CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

Via Mentana n. 43
27058 Voghera (PV)
Tel: 349 4026282
email: cavvoghera@virgilio.it
Visualizzazioni:
21

Educazione. "Torniamo all'infanzia per curare la nostra vita adulta"

di Laua Badaracchi
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 15 maggio 2024

La provocazione della pedagogista Emily Mignarelli: la forza della semplice esperienza infantile può diventare mezzo terapeutico per "ripulirci delle ragnatele del passato".-

Image 48

«Ogni bambino merita di essere visto e capito nel profondo prima che gli venga associato sbrigativamente un certo quadro clinico». Quindi non bisogna «sottovalutare mai nessun bambino e nessuna bambina. Forse noi adulti crediamo che sui loro palcoscenici interiori vadano in scena spettacoli di burattini, con personaggi dai colori fluo e dalle voci acute, ma spesso c’è molto altro».

Lo chiarisce Emily Mignanelli, maestra e pedagogista, nel suo ultimo volume pubblicato da Feltrinelli e intitolato “L’età dimenticata. Libera il bambino che sei stato”, che sostanzialmente «parla di noi esseri umani alla ricerca di chiavi di lettura e comprensione. Credo profondamente che, riducendole al minimo, possiamo riunire le “carte missione” affidate alla nostra specie in due macrocategorie: 1) tutelare e tramandare la vita; 2) cercare di capire come funzioniamo noi, il mondo e la relazione che ci unisce».

Ma l’autrice rimarca sempre che «la chiave sta nell’infanzia. Ai bambini e alle bambine che ho incontrato devo tutto quello che sono, tutto quello che so, tutto quello che ho capito, tutta l’umanità che ho recuperato e quella in me che ho curato. Può sembrare sterile romanticismo, lo capisco, e corro volentieri il rischio di esser definita naïf e puerile, ma le cose stanno davvero così».

L’obiettivo dell’esperta è mostrare «la forza della semplice esperienza infantile che tutto contiene e alla quale tutti dobbiamo tornare per guarire e curare. Non come libero atto individuale, ma come dovere sociale. Siamo tutti interconnessi e l’azione del singolo impatta sempre sugli altri, pochi o tanti che siano. Il concetto da sottolineare è che non esiste un io senza un noi: curando il primo si cura il secondo, e questo vale anche in senso opposto. Per alcuni il dolore del vedere e curare la propria infanzia può essere così grande da spingerli a differire questo lavoro in un futuro imprecisato, perdendo così la possibilità di riabilitare se stessi alla condizione principale a cui tendere: il sano attaccamento alla vita».

Quindi viaggiare nella nostra infanzia e nella nostra storia familiare rappresenta un cammino prezioso «per ripulirci dalle ragnatele del passato». In questo percorso non facile, secondo Mignanelli i migliori terapeuti in circolazione sono proprio i bambini che, «profondamente ancorati alla vita, sanno illuminare le vie da indagare. Loro, che non hanno sovrastrutture, riescono a trovare le soluzioni più efficaci. Gioco, parola, verità le loro carte vincenti. Loro siamo noi. Il piccolo precede il grande e tutti siamo nati dal bambino che eravamo».

Image 49

Emili Mignarelli, Pedagogista

Dunque, tornare bambini «significa recuperare le nostre infanzie, riscrivendole con le giuste coordinate. Perché tutti meritiamo di vivere bene e rimanere connessi alla vita, perché tutti dobbiamo preservarla per chi verrà». I piccoli, quindi, rappresentano una forza salvifica: l’autrice li definisce «medicine che la vita offre a noi adulti per curare ferite che non ricordavamo di avere. Credo sia questo il senso dell’evoluzione della specie. La generazione che arriva, con la sua vita piena e dirompente, con il suo attaccamento all’esistenza, con la sua pura volontà di esserci, costringe la precedente a evolversi. Solo evolvendosi, infatti, questa generazione potrà mettere a disposizione della successiva tutti gli strumenti di cui necessita per esprimersi e manifestarsi in pienezza e armonia. L’evoluzione procede a passo di danza: avanti, indietro, piroetta liberatoria e ancora avanti. Ma senza piroetta, senza la possibilità di evolversi tramite il bambino nascente, rallentiamo noi, lui e la specie tutta».

E ancora, un richiamo alla speranza: «Ogni bambino che nasce è perfetto, è la vita che ci offre una nuova opportunità, ci ricorda che la pienezza si nasconde dove ci sembra che sia ancora tutto da costruire e riempire. I bambini ci parlano dei nostri limiti, dei nostri dolori, dei nostri movimenti interrotti, dei desideri infranti. Ci parlano di tutto questo mentre portano amore, gioia, entusiasmo e fiducia. Ma non vedete quanta divinità e saggezza risiede in loro? Non basta amarli, i bambini; bisogna vederli, in profondità, in verità. E per vederli ed evolvere devi lasciarli entrare dentro di te e affrontare la tua storia».

Ecco allora che potrei ritrovarmi a collezionare oggetti, accumulare cibo, risparmiare soldi che non userò per concedermi nessun piacere, o mettere su peso senza riuscire a perdere neanche un etto: “Accumula, piccolo erede, così sopravviverai”. Oppure, se nasco in una famiglia dove ci sono stati figli illegittimi o che, per varie ragioni, sono stati allontanati, l’ordine ereditato sarà di riportare nella famiglia quel bambino, crescendo un figlio d’altri o per conto d’altri: “Un bambino ci è stato portato via, riequilibra il tutto riportandone uno e saremo in pari con la vita”». Tuttavia, «ogni famiglia presenta variabili leggermente differenti dalle altre, condizioni di partenza simili ma mai identiche, e quindi costituisce un mondo a sé. La famiglia è la nostra radice, la nostra biblioteca, il nostro più grande tesoro, se impariamo a gestirla. È al contempo il nostro più grande problema e la risoluzione di tutti i nostri problemi. Da qui dovremmo partire».

Mignanelli, da un piccolo progetto sperimentale avviato nel cuore di un giardino pubblico nel 2009 a Osimo, ha creato Serendipità, una scuola per bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni basata sui principi della Pedagogia dinamica, approccio educativo sistemico da lei sviluppato che coniuga didattica innovativa, ricerche neuroscientifiche e lavoro autobiografico
Pedagogiadinamica.com è il nome della piattaforma online che ospita una community di genitori in dialogo, uniti dal desiderio di benessere personale e familiare. Inoltre, dopo un viaggio in giro per il mondo sulle tracce della pedagogia adottata nelle diverse culture, la maestra ha fondato il Centro di pedagogia dinamica e sistemica Corallo, dove si riabilitano gli adulti alla loro infanzia per accogliere i bambini presenti che oggi chiedono sostegno nella loro crescita. Emily Mignanelli crede nella “pedagogia preventiva” per diffondere strumenti educativi semplici e fruibili con l’obiettivo di renderla un tema collettivo.

Top