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«Signora, sua figlia fuma»: ecco cosa ho fatto (con sensi di colpa, senza tragedie)

di Paola Pollo

«Tanto smetterò, come te», mi ha detto. Le strategie anti-sigaretta e il record (negativo) dei ragazzi italiani.-

Era una domenica di fine gennaio, a Parigi, e saranno state le 20. Stavo per chiudere in corsa il pezzo sulle sfilate. Tranquilla perché il «piccolo», allora undicenne, stava a Milano con il nonno e la «ragazza», appena quindicenne, in «scambio istruzione» a Londra. Sentiti entrambi. Sereni loro e serena io: famiglia da una parte, cultura dall’ altra. E il lavoro a gonfie vele. Perfetto. Poi suona il cellulare: «È la mamma di...?». E già mi raggelai. «Certo, è successo qualcosa?». «Sì», panico. «Sono il preside della scuola e le comunico che forse espelleremo sua figlia dal college. Oppure la terremo in punizione, ma alla prossima fuori». «Cosa ha fatto la mia bambina?». «È stata sorpresa a fumare». «F-U-M-A-R-E? Ma mi faccia il piacere! Sarà stata la prima volta, una ragazzata». «Eh lo so, signora anche io non ci credevo, con lei poi...una ragazza così a modo. Ma in camera le abbiamo trovato una stecca intera di sigarette. Ha confessato».
E no, la stecca no! Riagganciai e per la prima volta pensai che non sarei mai riuscita a chiudere quell’articolo. Mi sentii una madre distratta e inadeguata. Corsi dalla collega di «Repubblica» in lacrime e lei, che è una meravigliosa zia, si mise a ridere: «Ma io ho cominciato a 12 anni. Nessuna tragedia. Vedrai che smetterà».
Non ne ho fatto una tragedia, ma Emma (mi ha dato il permesso di scrivere il suo nome), che ora ha 18 anni, non ha mai smesso. Dice che lo farà. Ma non ora perché le piace. È così che ho saputo che la «mia» ragazza/bambina fumava. Nessuna difesa, nessuna scusa. Ieri come oggi. Silenzio. Chissà perché sulle sigarette gli adolescenti restano zitti. guardano con quegli occhioni, quasi non capiscano. «Ma sì mamma, cosa vuoi che sia? Smetto quando voglio. Non è l’ alcol». E aggiungono, quasi sempre: «Anche tu fumavi no? E poi hai smesso». Poi è inutile, ma proprio inutile, spiegar loro che smettere non è esattamente una passeggiata. Per non parlare dei danni. Quante volte le dico: «Ma scusa non vedi le immagini sul pacchetto?. E quello che è successo alla nonna non ti ha fatto capire nulla? Per le ragazze poi è veramente distruttivo, porta a problemi respiratori seri e di infertilità». Non risponde, convinta che a lei e a tutti i ragazzi non possa mai succedere nulla. Perché è anche vero che a loro di malattie e di morte si parla poco.
Quando la scoprii, chiamai un’amica psicologa. Mi disse che fumare era — ed è — per gli adolescenti un po’ come il rito di iniziazione all’ età adulta, fatto di sostanza e gestualità. Si sentono grandi e basta. Nessun senso di rottura delle regole o di qualcosa che non va fatto. Tanto è vero che senza pensare di commettere nessuna sfrontatezza un gruppo di liceale milanesi ha chiesto in questi giorni di mettere ai voti in consiglio la possibilità di fumare in cortile. Non è l’alcol che stordisce o ti fa stare male. Non è la droga che è «il» peggio, nel senso: «Mamma c’è di peggio, c’è chi si droga».
Limiti e confini che si spostano. Non dovrebbe essere così, è vero. L’ Italia oggi è il paese europeo dove più adolescenti fumano: il 37% contro la media che è di 21. Non buono. In media cominciano a 17 anni, ma il 13% comincia a 15. Il 60% è «avviato» da amici che già fumavano. Arrivano ad accendere 10 sigarette al giorno ma il 28% di loro ammette di arrivare anche a più di venti, con il pauroso dato dell’1,3 % che arriva a 25. Le organizzazioni tutte, da quella mondiale per la Sanità all’osservatorio sul fumo, stanno portando avanti la battaglia che, per ora, pare, abbia dato i risultati più positivi nei Paesi dove è stata applicata la regola, cioè quella della tassazione: l’elevato costo sembra inibire il consumo.
Non che oggi siano «economiche» — anche se in Italia costano sempre un terzo che in alcuni degli Stati Usa — tant’ è che i giovani hanno raggirato l’ ostacolo aggiungendo rito al rito confezionandosi le sigarette: «Mamma rollo un drum anche e te?». Eh, no.
da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 30 dicembre 2017

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