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IPERATTIVA O DISTRATTA? FIDATI DELLA TUA PEDIATRA!

di Alberto Pellai

Un'insegnante mette un tarlo in testa alla madre di una bambina molto vivace, che inizia a preoccuparsi. Secondo il nostro esperto, si tende spesso a incasellare un deficit educativo in un vero e proprio sintomo clinico. E il suo consiglio è...

La mia seconda figlia ha 8 anni ed è molto attiva. A scuola va bene, ha tanti interessi ed è molto autonoma. In questi primi mesi a scuola hanno organizzato tanti laboratori che hanno richiesto materiali particolari. Per tre volte la bambina si è dimenticata a casa alcuni di questi materiali. Alla terza dimenticanza mi ha convocato l’insegnante che, ribadendomi le tante qualità della bambina, ha però detto che secondo lei potrebbe avere una sindrome da iperattività, perché le dimenticanze e la sua esuberanza sono al di sopra di quelle dei compagni. Ne ho parlato con la nostra pediatra, che mi ha tranquillizzato. Ma ora c’è un tarlo che mi ronza nella mente: e se la maestra avesse ragione?
Celeste

— Cara Celesteessere esuberanti e dimenticare tre volte le cose a inizio anno scolastico non ci deve far concludere che una bambina di otto anni è iperattiva. Potremmo invece pensare che è vivace e un po’ distratta. Ciò che non mi convince rispetto al dubbio sollevato dalla maestra è la capacità che la tua bambina ha di sapersi gestire nelle sue attività pomeridiane. Mostra una notevole autonomia nei compiti e nei suoi impegni. Non è così per i bambini che realmente soffrono di disturbo di attenzione e iperattività: gli adulti devono costantemente sostenerli e “allenarli” all’autogestione perché hanno una tendenza forte a distrarsi senza conseguire gli obiettivi. Oggi c’è una grande tendenza ad assegnare un’etichetta diagnostica a ogni problema del bambino. C’è una certa facilità a sottoporre i bambini a test di ogni genere per escludere che siano affetti da questa o quella sindrome. È il problema della ipermedicalizzazione dell’infanzia, descritto anche da Daniele Novara in Non è colpa dei bambini (Bur). Soprattutto con quelli molto attivi e difficili da contenere perché non allenati da un’educazione “adeguata”, Novara dichiara che si tende a incasellarli troppo facilmente in una specifica categoria diagnostica, trasformando un deficit educativo in un vero e proprio sintomo clinico. Fidati della tua pediatra che, basandosi sulla conoscenza della tua bambina, ha escluso di sottoporla a test clinici. Tu puoi aiutarla a non dimenticare più nulla allenandola a gestire una lista delle cose da ricordare. Preparate un elenco con i giorni della settimana. Per ogni giorno indicate i materiali che vanno portati a scuola. Ogni sera, la preparazione dello zaino viene effettuata tenendo la lista davanti a sé e verificando che sia riempito con tutti i materiali in essa presenti.

da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 06 febbraio 2018
 
 

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