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DISLESSIA: QUANDO I PROF LA SCAMBIANO PER UN ESPEDIENTE

di Maria Galelli
Cara professoressa, leggendo la sua risposta sul n. 52/2017 mi è sembrato di capire che il ricorso al riconoscimento dei disturbi specifici dell’apprendimento sia considerato a volte come un comodo espediente per migliorare il rendimento scolastico e alleggerirgli il carico di compiti. Da mamma di una ragazzina di 14 anni dislessica, mi permetto di notare che qualche volta gli insegnanti non riescono a individuare i Dsa, anzi reputano l’alunno come distratto, svogliato, disordinato e poco intelligente, come è capitato a mia figlia alla scuola primaria, dove le maestre ne avevano anche minacciato la bocciatura. Io allora, in accordo col pediatra, ho avviato il percorso per il riconoscimento dei Dsa presso la Asl di zona. Ottenuta la certi cazione, però, mia figlia non ha avuto molte “agevolazioni” nel suo percorso di studi, se non a parole: nonostante i piani di studio personalizzati, alcuni insegnanti non sembrano molto intenzionati a prendere sul serio questi disturbi.
Nadia

— Cara Nadiala tua lettera esprime la stessa amarezza che un insegnante più volte percepisce nei primi colloqui con i genitori di ragazzi con disturbi specifici di apprendimento. «Sembra che la persona dislessica debba dimostrare costantemente di meritare quanto previsto dalla legge, perché i suoi disturbi non appaiono così reali, mentre lo sono eccome, soprattutto la fatica nello studio, nello scrivere e nel fare i calcoli», scrivi. Racconti che tua figlia frequenta la prima classe in un istituto professionale statale e che «la sua insegnante di matematica dice di farle usare gli strumenti compensativi (calcolatrice, tabelle e schemi) salvo poi, se le viene richiesto, non dare spiegazioni supplementari sugli argomenti trattati nella sua materia; dare moltissimi compiti a casa e poi voti bassissimi nelle verifiche». Casi del genere certamente possono capitare, ma oggi sono sempre più rari: la presenza a scuola di alunni con certificazioni è in continua crescita, ogni collega nella sua carriera scolastica almeno una volta si è rapportato con allievi dislessici, discalculici, disgrafici o disortografici. Molti professori sono sempre più attenti e competenti. Qualche anno fa era stata consigliata a noi docenti in formazione la lettura di un testo, scaricabile gratuitamente on line, dal titolo Demone bianco, una storia di dislessia, una buona lettura che suggerirei anche all’insegnante di tua figlia. Il suo autore, Giacomo Cutrera, racconta in prima persona la sua esperienza scolastica di ragazzo dislessico. Parla con la forza dell’esperienza vissuta, anche degli ostacoli scolastici incontrati. Giacomo Cutrera oggi è laureato in Ingegneria informatica.

da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 20 febbraio 2018

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