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"GIOVANI, NON SMETTETE DI GRIDARE LA VOSTRA GIOIA"

di Annachiara Valle

"La tentazione di far tacere i giovani è sempre esistita, perché un giovane gioioso è difficile da manipolare, ma se essi taceranno grideranno le pietre", ricorda papa Francesco nella omelia per la domenica delle palme.-

Mette in luce le contraddizioni, papa Francesco. Nella celebrazione per la domenica delle palme Bergoglio sottolinea che nel racconto della Passione «sembrano incrociarsi storie di gioia e di sofferenza, di errori e di successi che fanno parte del nostro vivere quotidiano come discepoli, perché riesce a mettere a nudo sentimenti e contraddizioni che oggi appartengono spesso anche a noi, uomini e donne di questo tempo: capaci di amare molto… e anche di odiare – e molto –; capaci di sacrifici valorosi e anche di saper “lavarcene le mani” al momento opportuno; capaci di fedeltà ma anche di grandi abbandoni e tradimenti».
Il Papa ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, ricorda il grido di gioia e il grido della folla che chiede di liberare Barabba. La gioia che circonda Gesù, la voce «del figlio perdonato, del lebbroso guarito o il belare della pecora smarrita», «il canto del pubblicano e dell’impuro; il grido di quello che viveva ai margini della città;  il grido di uomini e donne che lo hanno seguito perché hanno sperimentato la sua compassione davanti al loro dolore e alla loro miseria». Una gioia che diventa scandalosa: «insopportabile per quanti hanno bloccato la sensibilità davanti al dolore, alla sofferenza e alla miseria. Gioia intollerabile per quanti hanno perso la memoria e si sono dimenticati di tante opportunità ricevute». E da questa incomprensione che nasce anche il grido del venerdì santo, il «Crocifiggilo». «Non è un grido spontaneo, ma il grido montato, costruito, che si forma con il disprezzo, con la calunnia, col provocare testimonianze false, il grido de relato», dice Francesco, «è la voce di chi manipola la realtà e crea una versione a proprio vantaggio e non ha problemi a “incastrare” altri per cavarsela. Il grido di chi non ha scrupoli a cercare i mezzi per rafforzare sé stesso e mettere a tacere le voci dissonanti».
E così alla fine si fa tacere la voce del popolo, «si demolisce la speranza, si uccidono i sogni, si sopprime la gioia; così alla fine si blinda il cuore, si raffredda la carità. È il grido del “salva te stesso” che vuole addormentare la solidarietà, spegnere gli ideali, rendere insensibile lo sguardo… Il grido che vuole cancellare la compassione».
L’antidoto è lasciarsi interpellare dalla croce, da Cristo, « dal suo ultimo grido».
E ancora di grido parla il Papa rivolgendosi ai giovani. Il loro grido di gioia che non deve essere soffocato. «La gioia che Gesù suscita in voi è per alcuni motivo di fastidio e di irritazione, perché un giovane gioioso è difficile da manipolare», dice Francesco. E ricorda che anche ai tempi di Gesù i farisei chiedevano di far tacere i discepoli, «”Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”, come dire “rimprovera questi giovani”. Ed Egli rispose: “Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”».
Quella di «far tacere i giovani è una tentazione che è sempre esistita» e ci sono «molti modi per rendere i giovani silenziosi e invisibili. Molti modi di anestetizzarli e addormentarli perché non facciano “rumore”, perché non si facciano domande e non si mettano in discussione. Ci sono molti modi di farli stare tranquilli perché non si coinvolgano e i loro sogni perdano quota e diventino fantasticherie rasoterra, meschine, tristi».
I giovani applaudono quando il Papa dice loro di ascoltare «la risposta di Gesù ai farisei di ieri e di tutti i tempi, anche quelli di oggi: “Se questi taceranno, grideranno le pietre”».
E poi li interpella: «Sta a voi la decisione di gridare, sta a voi decidervi per l’Osanna della domenica così da non cadere nel “crocifiggilo!” del venerdì… E sta a voi non restare zitti. Se gli altri tacciono, se noi anziani e responsabili tante volte corrotti stiamo zitti, se il mondo tace e perde la gioia, vi domando: voi griderete? Per favore, decidetevi prima che gridino le pietre».
Al termine della messa e dopo che i giovani, per mano di un ragazzo di Panama, gli hanno consegnato il documento redatto al termine dei lavori dell'incontro pre-sinodale, il Papa è stato in posa per alcuni selfie. "Non esiste un giovane senza selfie", ha commentato. Poi la preghiera dell'angelus e il ricordo che "l’odierna Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolge a livello diocesano, è una tappa importante nel cammino verso il Sinodo dei Vescovi sui giovani del prossimo mese di ottobre, come anche nel percorso di preparazione della Giornata internazionale, che si svolgerà a Panamá nel gennaio 2019. In questo itinerario ci accompagnano l’esempio e l’intercessione di Maria, la giovane di Nazareth che Dio ha scelto quale Madre del suo Figlio. Lei cammina con noi e guida le nuove generazioni nel loro pellegrinaggio di fede e di fraternità".
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 25 marzo 2018

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