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VALENTINA, SCHIAVA DELLE CHAT: «NEGLI INCONTRI OCCASIONALI CERCAVO SOLO UNA "DOSE" DI AFFETTO»

di Roberto Zichitella
Vicentina, 32 anni, anche Valentina viene da un’infanzia dove non ha conosciuto l’amore. «Mamma e papà non andavano d’accordo e io avvertivo questa mancanza di affetto fra loro e anche nei miei confronti. Grazie a Dio non mi facevano mancare nulla dal punto di vista materiale, ma mi mancavano terribilmente carezze e abbracci e la loro presenza accanto a me». Crescendo, a 14 anni Valentina cerca l’affetto che le mancava prima con un fidanzato («nella nostra relazione elemosinavo una goccia di affetto ogni giorno»), poi a 18 anni con le chat per incontri, dalle quali diventa dipendente. «Cercavo di soddisfare in chat, in modo compulsivo, il mio forte bisogno di essere amata. Prima c’era uno scambio virtuale, nascondendomi dietro lo schermo presentavo non ciò che veramente sono, ma soltanto la parte migliore di me, poi nei fine settimana c’era l’incontro dal vivo con le persone che avevo conosciuto. Erano incontri fugaci, mi prendevo la mia dose di affetto e il giorno dopo però finiva tutto. Avevo la percezione che l’amore non poteva durare, che in amore il per sempre non poteva esistere».
Con questa vita Valentina in apparenza si circonda di tante persone, in una girandola di conoscenze che però non portano a nulla. Alla fine si ritrova ancora più sola, «perché quelli che vivevo non erano rapporti autentici, profondi. La molla che ti spinge alle varie forme di dipendenza», spiega Valentina, «è la solitudine. Cerchi di riempirla con la droga, il sesso, il gioco. Tutti noi avvertiamo questo bisogno profondo di amare e di sentirci amati».
Quando si avvicina a Nuovi Orizzonti, riceve la proposta di impegnarsi in una missione di strada. Oggi nella sede di Nuovi Orizzonti a Frosinone Valentina è responsabile di due aree di servizio: spettacolo e animazione; prevenzione, sensibilizzazione ed evangelizzazione.
«Ho conosciuto Dio attraverso la preghiera e finalmente mi sono sentita amata in quel momento per quello che sono. Dopo tanti anni, ho anche recuperato il rapporto con mio padre. Siamo stati insieme in una missione in Brasile. In questo viaggio gli ho consegnato tutta la mia fragilità, le mie lacrime non piante, il bisogno di lui. E lì per la prima volta ho ricevuto un abbraccio di figlia, oggi tra noi c’è una relazione bellissima che ha tirato fuori il meglio».
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata Aprile 2018

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