Denatalità, «obiettivo 100mila culle in più»
Centomila culle in più o l’Italia non ce la farà. Area Popolare rilancia l’allarme demografico in un convegno programmatico tenuto ieri a Roma. L’obiettivo è invertire la drammatica curva decrescente della natalità che ci affligge da decenni e si è aggravata negli ultimi anni. Un problema non solo sociale e culturale ma anche economico perché ristagno e invecchiamento della popolazione tolgono energie al Paese, frenano la crescita e appesantiscono i costi del Welfare.
Occorre una «politica organica» per favorire le nascite non più interventi spot, ha sottolineato il ministro Enrico Costa (Affari regionali e delega alla Famiglia). «Misure stabili, riconoscibili e affidabili» che riescano a incidere sulle scelte di vita delle famiglie, dando loro quello che oggi spesso manca: le risorse, il tempo e i servizi per far fronte alla cura dei figli. La questione famiglia – insieme a casa e impresa – è uno dei «tre pilastri della stabilità» messi a fuoco ieri nel seminario centrista. In apertura è stato il viceministro dell’Economia Luigi Casero a illustrare le proposte che guardano alla prossima manovra finanziaria in preparazione, ma rappresentano anche un «documento prospettico» per caratterizzare la linea politica della formazione che fa capo ad Angelino Alfano. Nonostante la crisi il Paese «ha un sistema imprenditoriale ed economico molto forte e va esaltato e sviluppato», ha detto Casero, «insieme alla famiglia, che va vista non solo come elemento di sviluppo sociale ma anche come motore economico». Quanto alla casa, «il patrimonio immobiliare è uno punti di forza degli italiani » e va salvaguardato. Sul fronte famiglia, Area Popolare pensa a una serie di bonus strutturali, come per gli asili nido o per favorire la natalità (vedi box a fianco, ndr). Le nascite sono più che di- mezzate nel 2015 rispetto al picco del 1964 e sono scese di quasi centomila unità dal 2008. Le previsioni dicono che nel 2080, se il trend delle nascite restasse quello attuale, la popolazione italiana (senza il contributo dell’immigrazione) scenderebbe da 60 a 39 milioni di persone: un’Italia dimezzata. Per questo serve uno sforzo straordinario che si ponga il «traguardo raggiungibile » di centomila nascite in più l’anno, ha affermato Costa. Intervenuta anche il ministro Beatrice Lorenzin, che ha difeso la battaglia per la fertilità che «è un problema sanitario che riguarda il 15% della popolazione anche maschile» e che «non va confusa con la natalità». Nutrito anche il capitolo casa. Il programma illustrato da Casero prevede «l’eliminazione di tutte le piccole tasse», come «bolli e imposte di registro», o «quanto ancora si paga sulle successioni» ereditarie, che pesano sui proprietari di immobili e che spesso «sono improduttive» perché spesso gestirle costa allo Stato più di quanto incassa. Ci sono poi da rafforzare gli sconti fiscali sulle ristrutturazioni, riducendo a quattro gli anni (ora sono 10) per la restituzione dei bonus in detrazione. E da sostenere una maggiore deducibilità degli interessi sui mutui. In primo piano anche il tema della ripresa sul quale il gruppo centrista sembra in maggiore sintonia con l’attuale impostazione di Palazzo Chigi e del Tesoro: «Se l’impresa non cresce non cresce il Paese», ha detto Casero, quindi bisogna partire da «interventi per aumentare la competitività»: ridurre il «cuneo fiscale» (e in parte anche a beneficio dei salari dei lavoratori), «detassazione dei premi di produttività aziendali» e sostegno agli investimenti con una detassazione dei ricavi reinvestiti in azienda. Servono poi «interventi specifici per le piccole imprese» anche con una «tassa fissa sugli utili con una aliquota al 24%». Nessun tono ultimativo, comunque, in vista del varo della manovra. «Diciamo un 'no' cubitale a ogni ipotesi di patrimoniale», ha chiuso Angelino Alfano con una dichiarazione che ha più l’intento di marcare il territorio politico che di respingere una misura specifica, non in programma. Un 'no' che fa il paio con la contrarietà all’uscita dall’euro e segnala la distanza tanto dalla sinistra che guarda alla Cgil che dalla destra alla Salvini. E che insieme alle proposte presentate ieri delinea l’identità di Area Popolare, anche in attesa di capire cosa accadrà nel centrodestra con Parisi.
Nicola Pini
Da www.avvenire.it del 14 settembre 2016
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