Noi, che abbiamo 10 anni, ecco come adottiamo un nonno
I bambini della scuola elementare «Cesare Battisti» di Castiglione delle Stiviere (MN) una volta alla settimana incontrano gli anziani in una casa di riposo. «Gli regaliamo i nostri sorrisi e siamo più contenti anche noi».-
Siamo gli alunni di due classi quarte, la B e la D della scuola primaria Cesare Battisti dell’Istituto Comprensivo I di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova e, con grande orgoglio, vorremmo farvi sapere che abbiamo intrapreso un’iniziativa che si è trasformata in un vero e proprio progetto dal titolo «Adottiamo un nonno». L’idea ci è venuta dopo aver letto in classe, con i nostri insegnanti, il libro «Mio nonno era un ciliegio» della scrittrice Angela Nanetti, dal quale abbiamo preso spunto per realizzare i nostri lavori in questo anno scolastico.
Dal 13 marzo 2018 abbiamo scoperto il piacere, il gusto e l’emozione di incontrare i nonni ospiti della casa di riposo «Fondazione Innocenza Zanetti e Angelo Cominelli» con cadenza settimanale e questa nostra esperienza proseguirà fino al 29 maggio prossimo. Il nostro intento è fare sì che la casa di riposo non diventi «la casa dei non colori» come viene descritta nel libro «Mio nonno era un ciliegio»: e quindi con le nostre attività e i nostri sorrisi coloriamo le loro giornate portando una ventata di allegria a queste persone e tenendo lontana, almeno per qualche ora, la malinconia e la solitudine. Una mattina abbiamo accettato di scrivere ciascuno un pensiero o una riflessione su perché ci piace andare a trovare questi nonni ed ecco che cosa abbiamo raccolto: «È bello condividere ogni volta con loro giochi, racconti, canti e animazione». «Viviamo l’attesa del martedì come un giorno di festa. Non vediamo l’ora di incrociare i loro sguardi, di incontrare i loro sorrisi e il calore dei loro abbracci». «È sorprendente lo scambio di ruoli: vedere i nonni che diventano bambini quando imparano da noi qualcosa a loro sconosciuta e noi, da “bambini monelli” diventare “ometti responsabili” come ci dicono».
«Quando andiamo via si legge nei loro e nei nostri occhi tanta malinconia per il timore di non rivederci più, ma abbiamo la sensazione di regalare giorni in più alla loro vita». «La nostra energia è così travolgente da coinvolgere anche i nonni che inizialmente avevano meno voglia di stare con noi». «Questa esperienza sta riempiendo il nostro “zaino”, non con un carico pesante ma con tante piume che come ali ci permetteranno di volare». «Vorremmo tanto che altri bambini vivessero come noi questa straordinaria esperienza». «Ci dispiacerebbe immensamente che il progetto finisse il 29 maggio, ma sarebbe bello continuasse nel tempo, magari coinvolgendo anche i nostri genitori». Ci piace concludere così: «Il futuro è dei bambini. Il passato è degli anziani. Ma il presente è di entrambi».
da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 18 maggio 2018