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Il liceo che zappa e coltiva rose per aiutare le persone con disabilità

di Diana Cavalcoli

Trenta scuole, 1500 studenti: così in Toscana si impara tra i banchi di scuola come si fa un’impresa sociale.-

Far sbocciare cooperative sociali tra i banchi di scuola? Non è fantascienza. Basta guardare i progetti di alternanza scuola-lavoro realizzati in Toscana da più di 1500 cooperatori-adolescenti. C’è la classe che ha reso più accessibile Lucca, ci sono gli studenti di Firenze diventati «ortisti» per permettere ai compagni di andare in gita. C’è la digitalizzazione dei testi del liceo di Massa e la scuola di Borgo San Lorenzo che coltiva rose per aiutare le persone con disabilità. Idee presentate e premiate durante la terza edizione di «L’impresa si fa in classe», evento organizzato da Confcooperative Toscana e dalla Federazione Toscana delle Banche di Credito Cooperativo.

Un’iniziativa che ha coinvolto una trentina di istituti, 86 professori, 11 Bcc e 16 imprese sociali. Oltre alle quattro scuole vincitrici che si sono distinte per creatività e fattibilità dei progetti. Protagonisti indiscussi della giornata gli studenti che per mesi hanno lavorato alle loro «cooperative di classe». Nell’ambito del programma didattico Coop Work in Class, pensato per insegnare come nasce una cooperativa, i ragazzi hanno dovuto creare dal nulla un’attività sociale. E soprattutto capire in che modo rispondere ai bisogni del territorio. «Gli studenti/cooperatori - spiega Claudia Fiaschi, presidente di Confcooperative Toscana - hanno preso in esame diverse idee d’impresa, hanno elaborato il progetto e il piano di produzione della cooperativa simulata». Si sono aggiudicati il primo riconoscimento gli studenti dell’Istituto Giotto Ulivi di Borgo San Lorenzo (Fi) con il progetto «Zappa e ottieni». Una realtà che si occupa di dare occupazione alle persone con disabilità, attraverso la coltivazione di piante aromatiche, fave e rose. Secondi classificati, i ragazzi dell’Istituto Polo Fermi-Giorgi di Lucca con «AccessibilITI», azienda di classe nata per «abbattere le barriere in città». Per realizzare il progetto, gli studenti hanno girato in carrozzina per strade e luoghi pubblici della loro città. Una volta individuate le criticità, si sono divisi in gruppi: progettazione, marketing e contabilità.

da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 23 giugno 2018

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