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ll Papa: la vita resta un mistero anche con le manipolazioni genetiche

di Vatican News

Francesco torna sul tema della vita nascente: «Oggi si vuole pianificare tutto, persino le caratteristiche dei figli. Invece ci sono variabili che non possono essere previste né controllate. In ogni persona umana c’è l’impronta di Dio, ogni vita è un suo dono».-

«Nonostante tutte le scoperte della scienza e della tecnica e le manipolazioni genetiche, la vita umana è e resta mistero». Perché «Dio non dipende dalle nostre logiche e dalle nostre limitate capacità umane. Bisogna imparare a fidarsi e a tacere di fronte al mistero di Dio e a contemplare in umiltà e silenzio la sua opera, che si rivela nella storia e che tante volte supera la nostra immaginazione». Nel consueto Angelus domenicale Papa Francesco torna sul tema della vita nascente, dopo le dichiarazioni forti al Forum delle famiglie della scorsa settimana, quando ha parlato di «nazisti in guanti bianchi» riferendosi agli aborti selettivi sui bambini disabili.

Per la nascita di San Giovanni Battista

L’occasione per riprendere il discorso è il passo evangelico della nascita di San Giovanni Battista, da genitori molto anziani e fino a quel momento sterili. «Ecco, in questa storia c’è una verità in controtendenza rispetto alla cultura di oggi, che ci porta a pianificare ogni cosa, perfino le caratteristiche dei figli. Invece nell’esistenza umana ci sono variabili che non possono previste né controllate. La vita di una persona va sempre oltre i nostri schemi e le nostre stesse attese, perché è dono di Dio. E più conosciamo e più rimaniamo stupiti e affascinati!». E ha aggiunto: «In ogni persona umana c’è l’impronta di Dio, sorgente della vita, per questo bisogna essere sempre più consapevoli che nella generazione di un figlio i genitori agiscono come collaboratori di Dio. Una missione veramente sublime che fa di ogni famiglia un santuario della vita. La Vergine Santa ci aiuti a comprendere che in ogni persona umana c’è l’impronta di Dio, sorgente della vita ».

La fede: «Gioia, stupore, gratitudine»

Francesco è poi tornato a parlare della fede e di come viverla ogni giorno: «Il popolo fedele di Dio è capace di viverla con gioia, stupore e gratitudine». E ha chiesto a tantissimi fedeli che lo ascoltavano sotto il sole di piazza San Pietro: «Facciamoci un un esame di coscienza: come è la mia fede? È gioiosa o sempre uguale? Una fede piana? Ho senso dello stupore quando vedo le opere del Signore?».

Il ricordo della beata «Chiquitunga»

A conclusione dell’Angelus il Papa ha chiesto alla folla un applauso per la «Chiquitunga», la popolarissima monaca carmelitana del Paraguay Maria Felicia di Gesù Sacramentato, nata Maria Felicia Guggiari Echeverri’a, proclamata ieri beata ad Asuncion e vissuta nella prima metà del ventesimo secolo. La suora che morì a 34 anni era chiamata con questo nomignolo da suo papà, ha ricordato Bergoglio: «Da ragazza aderì con entusiasmo all’Azione Cattolica e si prese cura di anziani, ammalati e carcerati. Questa feconda esperienza di apostolato, sostenuta dall’Eucaristia quotidiana, sfociò nella consacrazione al Signore. Accettò con serenità la malattia e anche per questo la sua testimonianza è un invito per tutti i giovani, specialmente quelli paraguaiani, a vivere la vita con generosità, mansuetudine e gioia».

«E noi - si è chiesto il Papa - siamo aperti alle novità dello Spirito. La nostra fede è aperta alle sorprese di Dio?». « La Vergine Santa - ha ocncluso Francesco - ci aiuti a comprendere che in ogni persona umana c’è l’impronta di Dio, sorgente della vita. Lei, Madre di Dio e Madre nostra, ci renda sempre più consapevoli che nella generazione di un figlio i genitori agiscono come collaboratori di Dio. Una missione veramente sublime che fa di ogni famiglia un santuario della vita».
da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 24 giugno 2018

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