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Udine, sviene in classe: non mangiava da due giorni

Ma non si tratta di disturbi alimentari: la ragazzina vive in condizioni di disagio economico e sociale. A casa neanche il riscaldamento: fa la doccia con l’acqua fredda. Il dirigente dell’istituto scolastico: «Non è la prima volta che capitano casi simili»

 - di Valentina Santarpia -

Non toccava cibo da 48 ore e per lavarsi era costretta a fare la doccia con l’acqua fredda: sarebbero stati gli stenti a causare il grave stato di prostrazione fisica che ha fatto svenire una ragazzina che frequenta una scuola media di Udine. A denunciare il fatto il Messaggero Veneto: «Non è la prima volta che capita: di bambini che vivono senza riscaldamento o senza un piatto caldo, o non hanno i soldi per pagare i buoni pasto della mensa ce ne sono anche a Udine, e non solo qualcuno, solo che queste situazioni non vengono quasi mai denunciate», ha detto il dirigente scolastico al quotidiano locale senza rivelare nessun altro dettaglio, neanche sulla scuola di provenienza della ragazzina, per tutelare la privacy della minorenne. «A volte ne siamo a conoscenza e cerchiamo di dare una mano, per quanto possiamo, alle famiglie di questi minori, ma in altri casi, se i ragazzi non trovano in noi il canale giusto per parlare e confidarsi, può capitare che alcune situazioni sfuggano», cita ancora il quotidiano locale . E sarebbe stato proprio così nel caso della ragazzina svenuta sotto gli occhi di compagni e insegnanti: soccorsa dal 118, i medici si sarebbero accorti subito che aveva bisogno di essere riscaldata e nutrita.

«Vergogna e pudore»

«Non è l’unico caso che si verifica e negli ultimi anni sono, purtroppo, sempre più frequenti –secondo quanto riferito dal preside al quotidiano udinese –. Noi cerchiamo il dialogo con le famiglie e vogliamo aiutarle, ove possibile, ma si tratta di realtà delicate, in cui spesso anche gli stessi genitori non si affidano ai servizi per un senso di vergogna e pudore, e ignorano le agevolazioni e i supporti sui quali possono invece contare per ricevere qualche sussidio. Ci vorrebbe maggiore conoscenza di questi aspetti». Per il dirigente , «servirebbe una lista degli uffici e delle soluzioni alle quali ci si può rivolgere per richiedere cibo, indumenti o aiuti, così da agevolare anche le persone che non sono a conoscenza di queste possibilità».

Il sindaco: «Non lo escludo, ma nessuna segnalazione»

«Non abbiamo avuto alcuna segnalazione», dice il sindaco Furio Honsell.«Sappiamo che ci sono famiglie in difficoltà, ma abbiamo una rete di solidarietà vastissima, anche nei confronti dei 1500 profughi che ospitiamo. Così come siamo consapevoli che per centinaia di bambini l’unico pasto completo è quello a mensa, per questo, anche in caso di irregolarità dei pagamenti, non abbiamo mai interrotto il servizio a nessun minorenne. Non escludo che sia avvenuto, ma ai nostri servizi sociali non è stata fatta alcuna denuncia, altrimenti saremmo intervenuti subito». La Cgil scuole del Friuli conferma: «Anche noi non abbiamo avuto notizia diretta del caso, ma sappiamo che ci sono famiglie, non solo di immigrati, che nel ricco Nordest soffrono la fame o non riescono a pagare la mensa o i libri ai propri figli».

L’emergenza bambini

In Italia quasi 1 minore su 3 è a rischio di povertà ed esclusione sociale, come emerge dall’Atlante dell’Infanzia pubblicato un mese fa da Save the Children. I bambini di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo d’inverno perché vivono in case non riscaldate, mentre 1 bambino su 10 vive in abitazioni non abbastanza luminose. Se la povertà assoluta è diffusa soprattutto nel Mezzogiorno, dove colpisce più di 1 famiglia con bambini su 10, nel Nord - come dimostra il caso della ragazzina udinese -riguarda comunque 253.000 famiglie (l’8,6% del totale) con un’alta percentuale di famiglie immigrate (41%).

Da www.corriere.it del 16 dicembre 2016

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