Starbucks Milano, l’abbiamo visto in anteprima, ecco come sarà: espresso, forno a legna e design
di Elisabetta Andreis
Cordusio, debutta domani la maxi-caffetteria del brand: 2.300 metri, spesi 20 milioni. «Apripista di un nuovo stile». Altre due sedi entro fine 2018.-
Fuori, in piazza Cordusio, resta la calca di persone curiose a cui ancora è vietato l’accesso. Dentro, si svela in anteprima — dopo 15 mesi di segreto gelosamente custodito — il regno di Starbucks.
La Sirena di Seattle ha scelto Milano per approdare in Italia e dedica al capoluogo lombardo la propria Reserve Roastery, unica in Europa e terza nel mondo: «Alla città che ispira i sogni», si legge in grande su una parete dell’open space che occupa tutto il piano terra nell’ex palazzo delle Poste completamente trasformato con 20 milioni di euro investimento. Nei 2.300 metri quadrati che da domani saranno aperti al pubblico è la torrefazione che si fa spettacolo: al centro troneggiano una scenografica tostatrice verde e oro e una botte in bronzo alta quasi sette metri che ogni tanto si apre lasciando vedere la camera di gassificazione. Si vede tutto il processo di torrefazione ma l’ambiente è anche raffinato, di design. La prima cosa a colpire, entrando, è il profumo di caffè. La seconda il rumore dei chicchi che dalle macchine salgono in alto, fin quasi al soffitto di vetro, e da lì arrivano al bar attraverso tubi trasparenti, d’effetto. Eppure, forse qualcuno resterà deluso: non c’è traccia del «beverone» tradizionale Starbucks servito nei bicchieri verdi di carta, quello che si trova all’estero. Qui, nello storico edificio gestito da Kryalos, «nel pieno rispetto della tradizione italiana la Roastery fa da apripista Premium», come ha detto ieri il presidente esecutivo Howard Schultz. Tazzine di ceramica marrone scuro serigrafate con una stella e una «R», di tre misure diverse, e sette miscele «pregiate» (anche nel prezzo: un espresso costa 1,80 euro). Da un lato il partner Princi presenta a ciclo continuo prodotti cotti nel forno a legna e il bar serve cocktail per l’aperitivo.
La Sirena parte da qui, dalla Roastery che ha già creato 300 posti di lavoro, e ha un piano preciso e veloce di penetrazione del mercato: «A fine anno apriremo altri Starbucks a Milano — ha aggiunto il presidente —. Saranno diversi da questo, tradizionali e molto più piccoli». Tradotto, ci sarà il classico beverone nero in tante miscele diverse, senza Princi e senza bar. Come anticipato mesi fa dal Corriere, probabili sedi sono corso Garibaldi angolo XXV Aprile, lì dove oggi c’è il negozio DMail, marchio rilevato nel luglio 2016 dal gruppo Percassi che ha l’esclusiva per la Sirena di Seattle in Italia, e Malpensa, lato imbarchi, sempre al posto di un DMail.
La multinazionale guarda poi a via Borgogna e a piazzetta San Fedele, a destra della chiesa, dove c’era una banca (adesso chiusa). Una sfida a Lavazza, che ha aperto il meno di un anno fa il suo primo flagship store, a due passi dalla boutique di Nespresso (in piazza del Liberty) e non lontano da Illy (via Montenapoleone). Ancora, Starbucks si farà strada a Torino e Roma. «Abbiamo coltivato questo sogno per anni. Sono venuto tantissime volte a Milano, ho esplorato non so quante possibili sedi e mi ero così antipatico, dicevo sempre “no”», scherza Shultz. Dal lato suo, è agguerrito anche il partner Percassi: in virtù dell’accordo siglato sotto la regia di Angelo Moratti, Schultz si è assicurato la fornitura di Princi per tutte le nuove Roastery nel mondo (nel 2019 sarà la volta di Tokyo e Chicago) mentre Starbucks promuoverà all’estero l’insegna italiana. «Per la ristorazione a Milano è un momento di vivacità davvero impressionante», dice Lino Stoppani, presidente dell’associazione dei pubblici esercizi di Confcommercio. Sempre Percassi ha appena aperto il primo ristorante della catena Wagamama, in via San Pietro all’Orto. Attesissima adesso l’hamburgeria Five Guys in corso Vittorio Emanuele, e ancora il marchio brasiliano Em Breve in via Spadari, il fast food famoso nelle Filippine in piazza Diaz, Jollibee, da quando ha aperto – qualche mese fa — ha sempre i clienti radunati in code lunghissime.
da www.milanocorriere.it
@Riproduzione Riservata del 06 settembre 2018