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IL PAPA ALLA POLIZIA: "SIETE VICINI AGLI ULTIMI QUANDO PREVENITE IL CRIMINE"

di Annachiara Valle

Francesco riceve in udienza la polizia e ricorda che "quando mettiamo in pratica la carità, essa cambia il mondo e la storia, anche se non ci accorgiamo subito dei suoi effetti. Questo è il nostro obiettivo, e questo è quanto contribuite a fare come Associazione nazionale della polizia di Stato ogni volta che, sull’esempio del vostro Patrono, San Michele Arcangelo, vi opponete a tutto ciò che ferisce o distrugge l’uomo».-

«L’agire di Gesù nei confronti delle donne, dei malati e dei  bambini ha segnato una profonda svolta culturale rispetto a tutto  quanto è venuto “avanti Cristo”, e ha bollato come ingiusto, per i secoli futuri, ogni atteggiamento di violenza o disinteresse  verso queste categorie di persone». Papa Francesco parla all’Associazione nazionale della polizia di Stato (Anps) ricevendola in udienza nell’aula Paolo VI nel giorno di San Michele Arcangelo, patrono della polizia. E spiega che «ho richiamato brevemente  alcuni frutti della diffusione del messaggio evangelico nella società umana, per tenere sempre a mente come l’immissione dei valori della solidarietà e della pace, che trovano nella Persona e nel messaggio di Gesù il loro vertice, siano stati capaci, e lo  siano ancora oggi, di rinnovare le relazioni interpersonali e sociali. È proprio ciò che auspichiamo per il nostro tempo,  sapendo che quando mettiamo in pratica la carità, essa cambia il mondo e la storia, anche se non ci accorgiamo subito dei suoi effetti. Questo è il nostro obiettivo, e questo è quanto contribuite a fare come Associazione nazionale della polizia di Stato ogni volta che, sull’esempio del vostro Patrono, San  Michele Arcangelo, vi opponete a tutto ciò che ferisce o  distrugge l’uomo». Papa Francesco ha ricordato che «quando vengono a mancare la legalità e la sicurezza, sempre sono i più deboli i primi a essere danneggiati, perché hanno meno mezzi per difendersi e provvedere a se stessi». E ha insistito sul fatto che «ogni ingiustizia infatti colpisce anzitutto i più poveri, e tutti coloro che in vario modo possono dirsi “ultimi”. Ultimi, nel nostro mondo sono coloro che lasciano la loro terra a causa della guerra e della miseria, e devono ripartire da zero in un contesto del tutto nuovo; ultimi sono coloro che hanno perso la casa e il lavoro, e faticano a mantenere la loro famiglia; ultimi sono coloro che vivono emarginati e ammalati, o sono vittime di ingiustizie e soprusi. A tutti costoro voi vi fate prossimi quando cercate di prevenire il crimine e vi adoperate nel contrasto al bullismo e alle truffe; quando mettete a disposizione il vostro tempo e le vostre energie nella formazione dei giovani e nella vigilanza presso le scuole, nella tutela del territorio e del patrimonio artistico; nell’organizzazione di convegni e nella formazione a una cittadinanza più attiva e consapevole». Consapevoli che, senza i fondamenti «della legalità, del rispetto e della sicurezza», «nessun  contesto sociale può conseguire il bene comune, ma diventerà presto o tardi un groviglio di interessi personali, slegati l’uno dall’altro, anzi contrapposti. Il bene di una società, infatti, non è dato dal benessere della maggioranza, o dal rispetto dei diritti di “quasi tutti”. Esso è dato, invece, dal bene della collettività quale insieme di persone, così che, finché qualcuno soffre, “tutte le membra soffrono con lui”».

da www.famigliacristiana.it

@Riproduzione Riservata del 29 settembre 2018

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