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A Torino. La neonata portata dal Marocco in una busta della spesa per essere venduta

di Antonella Mariani
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 18 marzo 2025

Ora la piccola è stata affidata a una famiglia. Nata in agosto, era stata consegnata dalla madre a una coppia di connazionali e trasportata in nave in Italia. Arrestata la coppia che la custodiva.-

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Un reparto di neonatologia - IMAGOECONOMICA

È arrivata in Italia dentro una busta della spesa e come una merce è stata trattata fin dalla sua nascita. Aisha (nome di fantasia) è stata partorita in Marocco, probabilmente ceduta dalla madre (ma su questo sono in corso accertamenti) e trasportata come un pacchetto, nascosta, per essere venduta in Europa, a chissà chi e chissà a che prezzo. Ma il piano è andato all’aria perché qualcuno non è rimasto indifferente e ha capito che quella neonata non si trovava nel posto giusto. La piccola oggi è al sicuro, affidata a una famiglia che se ne sta prendendo cura finché non si chiariscono i contorni di questa triste vicenda e, in caso, se ne decreti l’adottabilità.

L’operazione “Save the baby”, coordinata dalla procura di Torino, è avvenuta il 12 marzo ma è stata resa nota solo oggi. Tutto è iniziato due mesi, grazie a una segnalazione agli inquirenti: due cittadini marocchini, un uomo e una donna, che vivono in città stavano accudendo una neonata che palesemente non faceva parte di quel nucleo. E in effetti era così.

Le indagini hanno permesso di ricostruire i fatti. Aisha, nata lo scorso agosto in Marocco, non viveva con i genitori naturali. Era stata fatta arrivare in Italia in modo illegale, e la coppia di marocchini la stava custodendo dietro compenso finché i presunti trafficanti, marito e moglie, non avessero trovato qualcuno a cui cederla in cambio di denaro. Sentendosi sotto controllo, i due con ogni probabilità stava organizzando in tutta fretta il trasferimento della bambina all’estero, in modo che non fosse trovata in caso di perquisizione dell’abitazione e che facesse poi perdere le sue tracce.

Ma gli agenti della Squadra mobile di Torino sono arrivati prima: alle 23 del 12 marzo hanno fatto irruzione nell’appartamento e hanno preso in custodia Aisha. La bambina è stata portata in ospedale e i medici hanno accertato il suo buono stato di salute prima che i Servizi sociali la affidassero a una famiglia affidataria. La procuratrice Emma Avezzù avrebbe già aperto la procedura per l'adottabilità.

I rischi corsi dalla piccola però non sono stati indifferenti: dalle indagini si è capito che Aisha era stata ceduta dalla madre naturale in Marocco a una coppia di connazionali, marito e moglie, e trasportata senza essere registrata nella lista dei passeggeri su un traghetto partito da Tangeri con destinazione Italia, nascosta in una busta della spesa.

Il viaggio, «particolarmente lungo» è stato traumatico per la bambina, tanto che la Polizia parla di «scompensi alla salute». La donna che aveva preso in carico la bambina insieme al marito, all’arrivo a Torino ha portato la bambina a una visita di controllo in un ospedale cittadino, evidentemente mentendo sulla parentela.

Le persone coinvolte in questa turpe compravendita sono quattro: la coppia che ha preso in consegna la neonata in Marocco, prima fermata dalla polizia con l’accusa di averla introdotta illegalmente in Italia violando il Testo unico sull’immigrazione e ora destinataria di un ordine di custodia cautelare, e i due connazionali, un uomo e una donna, che l’hanno custodita a Torino, arrestati in flagranza di reato, accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e ora indagati a piede libero.

Restano da comprendere gli ultimi tasselli: a chi era destinata la piccola Aisha? Chi sarebbe stato disposto a pagare per avere un figlio? E soprattutto: la madre naturale in Marocco era d’accordo con la compravendita della neonata o è stata raggirata, o, ancora, si trova in una situazione di tale povertà da vedere nella cessione della sua bambina una via d’uscita? Secondo l'avvocata della donna che ha portato con sé in nave la piccola Aisha, la bambina è stata concepita fuori dal matrimonio e la madre naturale l'ha affidata a lei e al marito, che l'avrebbe adottata legalmente. A carico dell'uomo, peraltro, ci sono due condanne per maltrattamenti: sarebbe proprio per vendicarsi di una terza denuncia che avrebbe contattato i servizi sociali raccontando la storia di Aisha, mettendo però nei guai se stesso. Sono molte le domande, insomma, che la polizia di Torino, con i magistrati che seguono il caso, dovranno cercare di chiarire. Intanto Aisha, ignara di tutto, cresce finalmente al sicuro tra le braccia di una famiglia affidataria.

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