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I compiti non vanno in vacanza. Strategie per finirli in tempo senza ansia

di Sara Pero
Riuscire a godersi l'estate e tornare a scuola in regola con tutte le materie da studiare può non essere poi così difficile: il segreto è sapersi organizzare in modo equilibrato. Vediamo come.-

L'ESTATE, la stagione del sole, del mare e del riposo. Specialmente per bambini e ragazzi che finalmente possono godersi le vacanze estive, lontani dai banchi di scuola. Però, si sa, i "compiti non vanno in vacanza", men che meno il dovere di farli. Allora, esiste un piano ottimale per armarsi di matita, carta e penna, senza che i compiti diventino un peso o un incubo che non vuole per niente saperne di lasciarli in pace? Perché, spesso, il rischio è quello di far sfociare i bambini in ansia o addirittura in completo disinteresse. E in quest'ultimo caso, per i genitori può diventare difficile tenere sotto controllo il progetto educativo dei figli. Vediamo allora come poter trascorrere le vacanze estive al meglio, seguendo i consigli di Alberto Pellai, psicoterapeuta dell'età evolutiva e ricercatore nella facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università degli Studi di Milano.
Iniziare con una pausa. E' proprio così. Niente paura, soprattutto per i genitori: le vacanze estive sono lunghe e se anche durante il primo periodo i bambini non toccano i libri di scuola, non è un dramma. Anzi, il bambino, in questo modo, può riappropriarsi del proprio tempo libero, uno spazio (temporale) vuoto che deve imparare a riempire da sé, con la sua creatività e i suoi interessi. "Il primo periodo che segue l'ultimo giorno di scuola, così come quei giorni di vacanza destinati a un viaggio – spiega Pellai - deve rappresentare una zona franca, senza compiti, durante il quale i bambini godono del riposo. Questo periodo deve rappresentare per loro una parentesi dell'anno".
Le strategie. Soprattutto per i bambini della scuola primaria, è bene che genitori e figli programmino insieme un piano strategico per suddividere appropriatamente il tempo da dedicare ai compiti estivi: "Si può procedere con un approccio 'giorno per giorno', stabilendo il numero di pagine da studiare quotidianamente – consiglia Pellai – oppure, per rendere il bambino più autonomo, si può ricorrere a un piano settimanale, stabilendo il tetto massimo di pagine da fare durante la settimana. L'importante è che i genitori non siano con il fiato sul collo dei figli anche durante l'estate".
Compiti da soli o in gruppo. I genitori devono aiutare i propri figli a fare i compiti da soli, confinando il loro ruolo alla sola supervisione, in modo tale da rendere il bambino sempre più autonomo. "Se capita – continua Pellai – lo studio di gruppo, assieme ai coetanei, è molto utile. In tal modo, il bambino o ragazzo aumenta le proprie competenze cognitive e sociali, cooperando con i compagni. Questo accade in molti centri estivi, dove si dedicano 1-3 mattinate per fare i compiti in gruppo, sempre grazie alla supervisione degli adulti, che in questo caso sono gli animatori".
Le letture di piacere. Leggere è importante, a qualsiasi età. Rilassa, stimola la fantasia e accresce le conoscenze di ognuno. "Per i bambini – puntualizza Pellai - leggere un libro deve essere un piacere e non un peso. E poi, di tempo libero soprattutto in estate, ne hanno, quindi l'allenamento alla lettura può solo che giovare. L'importante è che i genitori lascino carta bianca ai propri figli sulla scelta dei libri, così da dare al bambino libera espressione per le proprie passioni, oltre che abituarlo a recarsi in biblioteca". Un libro, scritto dallo stesso Pellai insieme a Barbara Tamborini, potrebbe rappresentare il giusto compromesso tra lettura e divertimento: il libro, dal titolo "Piccolo genio! Scopri il talento che c'è in te", racconta le storie di 20 bambini e bambine, che seguendo le proprie passioni, hanno ottenuto grandi risultati. In fondo Albert Einstein prima di diventare un fisico di inestimabile importanza era un bambino.

da www.larepubblica.it
@Riproduzione Riservata del 02 agosto 2017
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