Covid-19 nei neonati: dall’Oms le regole per una diagnosi precisa
di Metella Ronconi
da www.bimbisaniebelli.it
@Riprtoduzione Riservata delm25 maggio 2021
L’Oms ha reso noti i criteri per poter definire se il feto o il neonato è infetto da Covid-19 e come ciò sia avvenuto.-
Ci sono stati diversi casi a indicare come il Covid-19 possa colpire, sebbene molto raramente, anche i neonati. L’Organizzazione mondiale della sanità ha perciò anciato un progetto internazionale con l’obiettivo di definire i criteri clinici e virologici di infezione neonatale da SARS-CoV-2.
L’importanza dello studio internazionale
Questa iniziativa è stata affidata a un panel di esperti internazionali in vari campi, tra i quali l’italiano professor Daniele De Luca, ordinario di neonatologia all’Università Paris Saclay. Dopo un’analisi dei casi e della letteratura durata diversi mesi, il documento realizzato dagli studiosi permette di chiarire se il feto o il neonato è realmente infetto e se si è infettato attraverso la placenta o al momento del parto o ancora successivamente.
Si tratta di una definizione basata su criteri complessi, ma che sarà utile per la presa in carico e i controlli da fare ai piccoli pazienti. Per fortuna la trasmissione “verticale” (ossia da madre a feto) sembra avvenire in non-più del 4-5% delle gravidanze. Nella metà dei casi i neonati non mostrano nessun sintomo e i casi sintomatici gravi sono davvero molto rari.
La trasmissione da mamma a figlio
Una questione molto delicata consisteva nel capire se il virus potesse essere trasmesso anche al feto in utero e poi al neonato, cosa che sembrava esclusa, ma che è stata dimostrata dai medici e ricercatori dell’Università Paris Saclay in uno studio pubblicato su Nature Communication.
Dimostrare che un feto e un neonato siano effettivamente stati infettati non è facile, poiché richiede un’attenta valutazione di eventuali sintomi (che sono sovrapponibili a quelli di altre malattie neonatali), ma soprattutto di una serie di test ripetuti più volte non sul classico tampone nasofaringeo ma anche su liquido amniotico, placenta, sangue.
La definizione permetterà a ginecologi, neonatologi e pediatri di fare una diagnosi precisa. Questo è importante per seguire al meglio i bambini, favorendo il bonding tra madre e neonato, quel legame affettivo speciale che si crea fra genitore e figlio, evitando la separazione, ma anche per riconoscere i casi gravi e trattarli tempestivamente, cosa non facile data la loro rarità senza la guida del documento dell’Oms.