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Danni da vaccino: non serve consenso scientifico per provarli. Sentenza Ue

Dopo la decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea in teoria a rischio le politiche vaccinali (e non solo). Rezza (Iss): «Precedente sicuramente pericoloso».-

«L’Europa dà l’impressione di essere un continente in decadenza in cui la scienza non la fa da padrone»: è il caustico commento di Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in merito alla recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea sui presunti danni da vaccini.

La vicenda

Una decisione destinata a fare scuola e che solleva più di una perplessità , visto che la “mancanza di consenso scientifico” è già una prova per il mondo accademico. In questo caso ad oggi non vi è alcuna correlazione (prova) dimostrata tra vaccino antiepatite B e sclerosi multipla. «La mancanza di prove rende ogni ipotesi nulla. Mi sembra tutto basato sul niente e non vedo quale sia l’appiglio scientifico di questa decisione - commenta Giovanni Rezza- . Nello specifico questa associazione presunta tra vaccino contro l’epatite B e sclerosi multipla non è stata dimostrata. Il vaccino contro l’epatite B è “a uso universale”, cioè viene usato su tutti i bambini oltre che sulle categorie a rischio, quindi la possibilità che si verifichi un evento avverso nello stesso arco temporale di somministrazione del farmaco immunizzante non significa che ci sia un nesso di causa-effetto. Per stabilire un nesso causale bisogna avere quantomeno a disposizione dati epidemiologici che mostrino un’incidenza della malattia più elevata post vaccinazione. Invece nella popolazione che si sottopone al vaccino anti-epatite B e in quella non vaccinata, la presenza (incidenza) della sclerosi multipla è identica».

I rischi che si corrono

Ancora più fosche le previsioni sulle conseguenze di questa sentenza europea tracciate su Foreign Policy da Laurie Garrett, vincitrice di un premio Pulitzer come science writer, che spiega come le norme di legge per rendere obbligatori i vaccini adottate da molti Paesi (Italia compresa) ne risulteranno indebolite e questo potrebbe avere ripercussioni anche oltreoceano: «Negli Stati Uniti, i procuratori è probabile che citeranno la Corte Ue come base per rivedere il National Childhood Vaccine Injury Act e varie disposizioni obbligatorie dei singoli Stati. Lo stesso Donald Trump potrebbe istituire una commissione di revisione sui vaccini guidata da Robert F. Kennedy jr (terzo degli undici figli di Bob Kennedy), uno dei leader del movimento no vax». 

Sono preoccupazioni fondate? «È una sentenza sicuramente pericolosa perché rischia di fare scuola — conferma Rezza — . Si dirà: “C’è la sentenza quindi è provato”, invece dovrebbe essere il contrario. È la sentenza che si dovrebbe basare su ciò che è dimostrato: qui si sta ribaltando l’onere della prova dalla scienza alla giustizia e questo può essere usato strumentalmente da persone, gruppi o associazioni».

Le sentenze come dimostrazioni scientifiche

In Italia ci sono già state sentenze che hanno dato ragione di volta in volta a teorie o metodi poi ritenuti falsi o inefficaci (vedi Stamina e la correlazione - definitivamente smentita - tra vaccini e autismo): «In alcune di queste sentenze hanno pesato magari motivi umanitari - ricorda l’esperto - . Dare un risarcimento è una preoccupazione comprensibile, il problema è che, dopo, la decisione “fa testo”, costituisce precedente e appiglio per dire “l’hanno detto i giudici”. Le sentenze vengono prese come dimostrazioni scientifiche, diventano testi sacri ai quali rifarsi nei contenziosi». 

Lo stesso paradosso che la giornalista di Foreign Policy mette in evidenza: «In Europa, le famiglie possono ora fare causa ai loro governi e alle case farmaceutiche argomentando — senza il beneficio della ricerca scientifica — che qualsiasi cosa, dal mal di testa ai diminuiti punteggi universitari, fino alle crisi epilettiche e al cancro dei loro ragazzi sono il risultato delle vaccinazioni».

da www.corrieredellasera.it

@Riproduzione Riservata del 27 giugno 2017

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