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Diocesi di Tortona: “La nostra vita rassomiglia a un cantiere”

di Claudio Baldi

La prima riunione per Presbiteri e Diaconi del nuovo Anno Pastorale

TORTONA - Si è tenuto giovedì 18 ottobre, dalle ore 9.30, in Seminario, il primo incontro per presbiteri e diaconi in programma per il nuovo anno pastorale. E proprio questo è stato l’oggetto dell’incontro. Mons. Marco Daniele ha presentato “Progetto” la Lettera pastorale di Mons. Viola per il 2018-2019.

L’orizzonte è sempre il “sogno di una scelta missionaria” (EG 27) che permetta alle nostre comunità di riscoprire ogni giorno la gioia dell’annuncio del Vangelo e della Parola di Dio. Infatti è proprio la Parola a costituire il primo capitolo della Lettera che giustamente il Vescovo ha ripreso nel momento della preghiera iniziale.

Pietro ci porta così a riflettere sul fondamento della nostra speranza e nello stesso tempo “fotografa” il nostro ministero invitandoci ad una verifica personale – nel e del ministero – nella comunità, nel vicariato.

Dopo la lettura breve dell’Ora Terza Mons. Vescovo ha così inserito una breve riflessione che ci conduce a “gustare quanto è buono il Signore”. Questa sua bontà non siamo sempre capaci di custodirla eppure è il fondamento del nostro essere preti; invita quindi, secondo quanto dice l’Apostolo, a desiderare il “latte spirituale” altrimenti entreranno altre bramosie ad inquinare il ministero.

Lungo la relazione mons. Marco Daniele ha percorso i temi essenziali della Lettera pastorale presentandola come un cantiere: “Le nostre vite rassomigliano a un cantiere. Tra le andate e le venute, le parole e gli impegni, i nostri atti grandi e piccoli non si vede che il cantiere e il suo apparente disordine. Poi un giorno arriva la morte, viene la morte. E non è come qualcuno crede la rovina del palazzo: è soltanto la sparizione dei ponteggi.
E allora il palazzo appare: la nostra vita, spogliata dei dettagli, tale quale l’abbiamo fatta, che mostra solo le linee essenziali, mostrando la sua siluette autentica, il suo posto nel quartiere dell’eternità. Ecco, prima del suo avvento, penso che il Signore, oggi, ci chieda di aprire un nuovo cantiere.
I palazzi (cioè le nostre parrocchie, comunità, sinergie, scelte pastorali, cammini fatti, progetti realizzati…) che abbiamo costruito fino a qui non sono da buttare o da demolire; oggi però il Signore ci chiama a lavorare in questo un nuovo cantiere che è il Progetto della Pastorale di insieme e delle Comunità pastorali”.
Ha quindi elencato i punti di non ritorno della Lettera pastorale: “Questi punti fermi sono 8 come le beatitudini e come le beatitudini indicano più che un traguardo direi un cammino” e gli obiettivi: vicariato e comunità pastorali, la formazione comune dei ministri e dei laici per una rinnovata azione pastorale (n. 34) e il “referente di comunità”.

Terminata la relazione ci si è divisi in gruppi per individuare azioni, tempi, risorse, ruoli e portando in modo propositivo il proprio contributo. Dopo la discussione i facilitatori dei cinque gruppi hanno presentato in aula una breve sintesi di quanto emerso e sono stati dati alcuni avvisi dei principali uffici di curia per il cammino che ci attende. Il pranzo in fraternità ha concluso la mattinata.

da www.diocesitortona.it

@Riproduzione Riservata del 25 ottobre 2018

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