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ESTATE IN FAMIGLIA

di Francesco Anfossi

A sorpresa aumenta il numero dei nuclei che quest'anno vanno in vacanza tutti insieme, genitori e figli. Un'inversione di tendenza dopo 25 anni. Le ferie degli italiani 2017 spiegate dal sociologo Enrico Finzi.-

Estate in famiglia. Non è un invito, ma un dato di fatto. Il caldo africano non ha portato solo un aumento dei turisti del 20 per cento rispetto allo scorso anno (al mare, in montagna e nelle città d’arte), ma ha incrementato un fenomeno in controtendenza, “un’interessante inversione” come spiega il sociologo e scrittore Enrico Finzi: “Mi occupo da 25 anni di turismo. Uno dei fenomeni costanti di questo arco di tempo è sempre stato il progressivo indebolimento delle vacanze familiari a vantaggio di uno spezzettamento dei periodi e dei nuclei”.
Si andava in vacanza in ordine sparso, insomma…
“In gra parte sì. Sull’Adriatico ad esempio ci andavano i nonni con i nipoti, oppure lei con le amiche, o ancora tribù di giovani che volevano trascorrere un periodo insieme e persino padri di famiglia che volevano staccare per una o due settimane. Questo fenomeno quest’anno, ha trovato un’interessante inversione: un aumento del dieci per cento delle famiglie che vanno in vacanza tutte insieme: padre, madre e figli”.
Possiamo quantificare questo fenomeno?
In Italia, escludendo gli stranieri, ci sono 24 milioni di famiglie. Di queste quelle che fanno vacanze sono circa 12 milioni. Ebbene, di questi 12 milioni circa 7 milioni sono i nuclei familiari che quest’anno andranno in vacanza tutti insieme. L’anno scorso erano 6 milioni e 360 mila, con un aumento di circa 630 mila famiglie”.
Quali sono le ragioni di questa inversione di tendenza?
“Certamente la crisi. Così come è la crisi che ha spinto il turismo. In Italia, soprattutto in Adriatico e sul Tirreno, la vacanza costa meno. Un poì più care la Sardegna e la Sicilia”.
Dunque si tende ad andare tutti insieme per risparmiare?
“In gran parte sì. Anche se poi questo tipo di causa fa scattare anche altre dinamiche: si riscoprono gli affetti, la voglia di stare tutti insieme almeno in un periodo dell’anno, di vivere in una vacanza o in un viaggio quell’unità familiare che nel resto dell’anno per forza di cose, a causa dei ritmi e degli impegni, viene a mancare. Ma c’è un’altra causa che spinge verso questo fenomeno, forse più importante”.
E quale?
“La crisi economica che stiamo vivendo ininterrottamente dal 2008 ha determinato un recupero della famiglia. E’ un discorso complesso che richiederebbe molto spazio, ma per dirlo in due battute la famiglia è emersa come una una molecola protettiva di fronte alla crisi. L’esempio più marcato è il finanziamento che i nonni hanno fatto e fanno a favore non solo dei figli ma anche dei nipoti, intaccando la pensione o persino il patrimonio (magari vendendo la casa o ricorrendo ai contratti di nuda proprietà). In termini finanziari c’è stata in questi anni una redistribuzione generazionale latente ma costante. Questa banca intrafamiliare è stata uno degli strumenti che ha consentito di reggere alla botta della crisi”.
Dunque la crisi come motore dell’unità e della mutua solidarietà economica familiare…
“Non solo. La famiglia si sta dimostrando una struttura protettiva da punto di vista psicologico. I conflitti intergenerazionali sono diminuiti. E’ uno dei fattori di resilienza e permanente vivacità della famiglia. A volte sono le circostanze che spingono verso questa tendenza. Se i giovani non trovano un lavoro fisso o dignitosamente retribuito sono costretti a rimanere tra le mura familiari. Il grosso dei giovani non esce di casa non perché sono “bamboccioni” come disse il compianto Tommaso Padoa Schioppa, o perché come disse con un abattuta infausta l’allora ministro Fornero sono troppo “choosy”, ovvero esigenti, ma perché proprio non se lo può permettere di uscire di casa. IL resto è noto: il matrimonio rinviato “sine die”, i figli che non arrivano o arrivano tardi, il Paese che si estingue lentamente”.
Tornando alle vacanze, è significativo anche quel 50 per cento che non le fa. Un italiano su due.
“E’ l’effetto più drammatico della crisi, l’impoverimento del ceto medio, la progressiva polarizzazione della società italiana in ricchi e poveri, quei poveri ai margini della società su cui pone l’attenzione solo papa Francesco. Ma ci sono anche quelli che non amano fare le vacanze durante il periodo estivo”.
Si può quantificare il fenomeno?
“Direi che sono circa un 25 per cento della popolazione. Imprenditori, artigiani o professionisti che non staccano mai, drogati di lavoro. Poi ci sono i meditativi”.
Meditativi?
“Sì io li chiamo così. Quelli che vivono soprattutto nelle città medie e grandi e che amano l’agosto perché le si può godere meglio: l’assenza di traffico, il centro aperto alle auto, i ritmi che rallentano, il parcheggio che si trova facilmente, l’assenza di code, i tragitti che si fanno solitamente in mezz’ora in pochi minuti. Del resto vacanza deriva da vacuum, che significa vuoto. Non un vuoto stupido ma un vuoto di impegni e attività professionali, rigenerante. Tanta  gente ama un periodo del genere, in cui i ritmi sono rallentati. Papa Francesco insiste spesso sulla riscoperta del silenzio. Lui stesso in estate rallenta: dorme un pochino di più, si dedica un po’ più di tempo per la meditazione e la preghiera, aggiunge qualche lettura estemporanea, come, abbiamo appreso, i volumi di Zigmunt Baumann”. E non dimentichiamo che c’è tanta gente che usa le sue ferie per mettersi al servizio degli ultimi o dei più deboli. Quando passo dal carcere ottocentesco di San Vittore, a due passi dalla movida milanese,  penso ai volontari che visitano i detenuti nelle carceri in questi giorni di solleone dove le temperature nelle celle sono assolutamente disumane. Penso anche ai miei amici della Casa di Carità di don Colmegna, che non vanno mai in ferie, e dedicano il Ferragosto a servire gli ultimi, come avviene in tante parti d’Italia. Tra gli italiani, anche quando sono in ferie, c’è di tutto: dalla superficialità di tanti tipi di vacanza ai mille tesori di umanità variamente dispiegata”.

da www.famigliacristiana.it

@Riproduzione Riservata del 15 agosto 2017

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