«Noi felici con pochi soldi in tasca, come viviamo con 2 euro al giorno»
di Enrico Galletti
La storia di Silvia Savoldi e Roberto Belli: «Poco importa se lo stipendio arriva a mesi alterni, per vivere bene, aiutando anche l’ambiente, basta sapersi arrangiare».-
«Per produrre tre, quattro litri di detersivo bastano venti centesimi di sapone di Marsiglia. Con un euro di soia, invece, ci sono latte e formaggi vegetali per un mese. E poi ci sono l’orto di casa e gli alberi da frutto, che oltre a fornire frutta e verdura consentono di preparare deliziose tisane alle erbe aromatiche». Trentotto anni lei e 46 lui, residenti ad Asola, e mano nella mano da sei anni. Silvia Savoldi, casalinga, e Roberto Belli, il compagno, «operaio a chiamata». Poco importa se lo stipendio arriva a mesi alterni, perché a loro, per vivere, bastano poco più di due euro al giorno. Il segreto? «Arrangiarsi». Il loro fai-da-te è una passione che costa 15 euro alla settimana. Non un centesimo di più, a volte addirittura di meno. Silvia e Roberto raccontano al Corriere della Sera lo stile di vita che hanno adottato qualche anno fa e che, adesso, si impegnano a trasmettere a tante famiglie.
A casa Belli, in un piccolo paese del Mantovano, si vive con la tecnica dell’autoproduzione e del baratto, «passioni che ho sempre avuto, sin da quando ero giovane - racconta Silvia-. Quando sono diventata casalinga mi sono dedicata a scoprire nuove tecniche e a sperimentare nuovi prodotti che, con un po’ di impegno e dedizione, si possono ricavare senza troppi sforzi». Silvia è sorda, scrive libri, è un’artista a tutto tondo, non solo con penna e colori alla mano, ma anche con i prodotti che a pranzo e a cena finiscono sulla sua tavola. «Dipende tutto dalla propria fantasia e dalla creatività — continua Savoldi —, con pochi ingredienti si possono preparare grandi piatti». E se ci fossero figli da mantenere? «Il discorso non cambierebbe - rispondono con convinzione -. Cambierebbero le proporzioni, certo, ma con l’autoproduzione una famiglia può sopravvivere senza problemi».
Nel loro stile di vita basato sull’autoproduzione non esistono segreti. «Per ottenere le bevande vegetali — racconta Belli — si spende davvero poco: servono 20/30 centesimi per 3 litri, 50 centesimi per 16 litri di detersivo per lavatrice. Con 10 centesimi otteniamo uno sgrassatore in crema o liquido, per soli 1,30 euro abbiamo un sapone da barba che dura tra i 12 e i 18 mesi. Il prezzo per un dentifricio fatto con l’argilla bianca si aggira attorno ai 40 centesimi, oltre mezzo litro di collutorio ci costa invece 1 euro e mezzo. Con 5 euro è possibile ottenere oltre un chilo di saponette a base di olio di oliva, con gli scarti dell’estrattore si fanno puree con cui creare piatti gustosi, oppure si essiccano per farne farine. Gli scarti delle verdure (foglie di sedano, gambo del prezzemolo e buccia di carote) vengono utilizzati per produrre un buon dado vegetale». Neppure la cenere si butta, «perché la si può trasformare in un ottimo pulitore per sanitari e per le padelle in acciaio».
Roberto e Silvia si reputano «amici dell’ambiente». Carne e latticini, infatti, a casa loro non sono i benvenuti. Il motivo è presto detto: «Oltre al lato del risparmio c’è anche quello dell’amore e della salvaguardia dell’ecosistema». E persino la farina viene prodotta in casa. Come? «Con ortaggi essiccati nel forno». Si compra il minimo indispensabile, perché ogni prodotto è finalizzato a essere investito come materia prima nella produzione di nuovi alimenti. A casa di Silvia si spazia dalle bevande vegetali ai centrifugati, dai biscotti alle brioches, senza dimenticare formaggi (rigorosamente vegani), pasta fatta in casa e speciali vellutate.
Un anno di sopravvivenza, a Silvia e Roberto, costa 180 euro. «Qualcuno - commentano loro ridendo - ci ha fatto notare che in questo modo rinunciamo alla bontà della pizza del ristorante. Ma noi abbiamo pensato anche a questo. Anzi, con le nostre farine e con il forno che abbiamo costruito con materiali di recupero la pizza integrale è diventata il nostro forte. Per la farcitura usiamo la passata fatta con pomodori e verdure del nostro orto e la “mozzarella” vegana fatta in casa». E le bollette? A casa dei due mantovani non si guarda la tv, non c’è. Il canone è un perfetto sconosciuto. «Le utenze — racconta Roberto — sono poco costose. Perché con i pannelli solari che abbiamo fatto installare sul tetto utilizziamo solo energia rinnovabile».
Silvia ha aperto un blog per trasmettere alle famiglie la sua speciale arte dell’autoproduzione. Si chiama Il cucchiaio fatato. Lo sfondo di ogni ricetta è verde. Del resto, per essere davvero vicini all’ambiente, non poteva che essere così.
da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 20 agosto 2017