Il filo vitale della tradizione.
di Claudio Risè
Claudio Risé, psicoterapeuta, giornalista, ha scritto libri tradotti nel mondo sul maschile e sul padre. E' interessato al dono, più che al mercato, come modo di relazione, e propone il mondo della natura incontaminata, come via alla felicità.
Ciao Claudio, nella bella discussione sulla debolezza dell’uomo di oggi mi sembra si sia perso un aspetto importante. Quando l’uomo per fare soldi dimentica che niente gli appartiene veramente, che lui è solo di passaggio, diventa ansioso e materialista, e quella civiltà affonda.
Molti sono stati i Titani affondati prima del famoso transatlantico, e all’origine di quei naufragi c’è sempre il materialismo (non l’ha inventato Marx) e l’onnipotenza, che portano alla rovina perché rendono stupidi. Da questo punto di vista i veneti (come me e altri qui sul blog), sono “misti”. Da una parte adorano gli schei, dall’altra conservano anche, mi pare, una religiosità profonda, messa a rischio dal cinismo italico.
E’ questo stesso materialismo che uccide la tradizione. Per accettarla occorre infatti riconoscere umilmente che senza chi ci ha preceduto non siamo veramente nessuno, anche se al momento ricchi e potenti. Ma essere umili richiede molta forza, e senza la tradizione la forza non si sviluppa. Ciao, Giorgio
Ciao Giorgio, oggi è difficile accettare che il valore della vita non sia misurabile in denaro. E’ il senso religioso e la tradizione che lo trasmette a mostrarci l’insignificanza della nostra vita se non è in contatto con ciò che la trascende, che va al di là di essa.
Il denaro, come il sapere, o il successo, sono le nostre piccole grandezze, alle quali ci attacchiamo disperatamente per non aver paura della morte. Naturalmente non c’è partita, perché il resto, il tempo, la bellezza, la natura, Dio, sono lì da sempre, mentre noi e i nostri 4 soldi siamo di passaggio.
Dargli un’importanza trascendente è una partita persa. A meno di – (come sempre si è fatto) – consegnare il tutto a una tradizione, nella quale ogni esperienza personale ha un suo posto e senso. Per questo, però, è necessario che la tradizione ci sia, venga onorata e riconosciuta. Che si tirino i fili che collegano il presente al passato, e tutto al futuro. Un lavoro insieme materiale e spirituale di cui mi sembra ci sia un grande bisogno, sempre più percepito. ciao Claudio
da www.iodonna.it
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