IL PAPA AI GIOVANI: «PER DIO, NON SIETE PROFILI DIGITALI, MA FIGLI»
di Annachiara Valle
Il Pontefice invita le nuove generazioni a essere creative, non professioniste del digitare compulsivo.-
Un incontro per cui «anche il sole sorride». Papa Francesco incontra migliaia di giovani del Triveneto e li esorta ad alzarsi e ad andare. Glielo fa ripetere più volte: «Alzati e vai», spronandoli a «dipingere di Vangelo le strade della vita». Davanti alla basilica della Madonna della salute, Francesco parla del digitale e dei telefonini, che sono utili per comunicare, ma che non sono tutto. E ricorda che «Per Dio non sei un profilo digitale, ma un figlio, che hai un Padre nei cieli e che dunque sei figlio del cielo».
Francesco parte proprio da questi due verbi, «alzarsi e andare», verbi «pratici perché materni», come quelli che spinsero Maria - «si alzò e andò», ricorda il Vangelo di Luca – ad aiutare chi era nel bisogno diffondendo «la gioia del Signore». Prima di tutto bisogna alzarsi, «perché siamo fatti per il Cielo. Alzarsi dalle tristezze per levare lo sguardo in alto. Alzarsi per stare in piedi di fronte alla vita, non seduti sul divano». E pensare che non è vero, come qualcuno gli dice, che non è all’altezza, «Alzarsi per accogliere il dono che siamo, per riconoscere, prima di ogni altra cosa, che siamo preziosi e insostituibili. “Signor papa non è vero, io sono brutto”. Non è vero ognuno di noi è bello, è bella, ognuno di noi è un tesoro, questa non è autostima, è realtà!». E a loro dice ancora che «Dio sa che, oltre a essere belli, siamo fragili, e le due cose vanno insieme: un po' come Venezia, che è splendida e delicata al tempo stesso».
Ma bisogna alzarsi, scendere dal letto, accettarsi come un dono ed essere gioiosi perché siamo figli amati. «Come fare? Per alzarci – non dimentichiamolo – anzitutto bisogna lasciarci rialzare: farci prendere per mano dal Signore, che non delude mai chi confida in Lui, che sempre risolleva e perdona», insiste Francesco. E quando ci si sente fragili «per favore, cambia “inquadratura”: non guardarti con i tuoi occhi, ma pensa allo sguardo di Dio. Quando sbagli e cadi, Lui cosa fa? Sta lì, accanto a te e ti sorride, pronto a prenderti per mano. Non ci credi? Apri il Vangelo e guarda cos’ha fatto con Pietro, con Maria Maddalena, con Zaccheo, con tanti altri: meraviglie con le loro fragilità».
E una volta che si è in piedi bisogna «“rimanere” quando viene voglia di sedersi, di lasciarsi andare, di lasciar perdere. Non è facile, ma è il segreto. Sì, il segreto di grandi conquiste è la costanza. Oggi si vive di emozioni veloci, di sensazioni momentanee, di istinti che durano istanti. Ma così non si va lontano. I campioni dello sport, come pure gli artisti, gli scienziati, mostrano che i grandi traguardi non si raggiungono in un attimo, tutto e subito. E se questo vale per lo sport, l’arte e la cultura, vale a maggior ragione per ciò che più conta nella vita: la fede e l’amore. Invece qui il rischio è lasciare tutto all’improvvisazione: prego se mi va, vado a Messa quando ho voglia, faccio del bene se me la sento... Questo non dà risultati: occorre perseverare, giorno dopo giorno»
«Tu potresti dire», continua Francesco, «”Ma attorno a me stanno tutti per conto loro con il cellulare, attaccati ai social e ai videogiochi”. E tu senza paura vai controcorrente: prendi la vita tra le mani, mettiti in gioco; spegni la tv e apri il Vangelo; lascia il cellulare e incontra le persone». Senza paura, pensando al futuro, immaginando i propri figli.
«Mi sembra di sentire la vostra obiezione: “Non è facile, sembra di andare controcorrente!”. Ma proprio Venezia ci dice che solo remando con costanza si va lontano. Certo, per remare occorre regolarità; ma la costanza premia, anche se costa fatica. Dunque, ragazzi, questo è alzarsi: lasciarsi prendere per mano da Dio per camminare insieme!». Andare, insiste il Papa perché «siamo al mondo per scomodarci, per andare incontro a chi ha bisogno di noi. Così ritroviamo noi stessi. Sapete perché spesso ci smarriamo? Perché orbitiamo attorno alla nostra ombra. Invece, chi si spende per gli altri guadagna sé stesso, perché la vita si possiede solo donandola. Ma se ruotiamo sempre attorno al nostro “io”, ai nostri bisogni, a quello che ci manca, ci troveremo sempre al punto di partenza, a piangerci addosso col muso lungo, magari con l’idea che tutti ce l’abbiano con noi».
Bisogna liberarsi dalle «tristezze inconsistenti che ci bruciano le energie migliori! Non lasciamoci paralizzare dalla malinconia, andiamo verso gli altri!». E ancora il Papa sprona i ragazzi a non essere « professionisti del digitare compulsivo, ma creatori di novità! Una preghiera fatta col cuore, una pagina che scrivi, un sogno che realizzi, un gesto d’amore per qualcuno che non può ricambiare: questo è creare, imitare lo stile di Dio.
§È lo stile della gratuità, che fa uscire dalla logica nichilista del “faccio per avere” e “lavoro per guadagnare”. Siate creativi con gratuità, date vita a una sinfonia di gratuità in un mondo che cerca l’utile! Allora sarete rivoluzionari. Andate, donatevi senza paura!». Il Papa invita a fare chiasso, a camminare con gli altri, a cercare chi è solo, a colorare il mondo con creatività. «Dipingi di Vangelo le strade della vita. Alzati e vai».