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In Danimarca

Per le nonne o per spot: e i danesi fanno figli

I reparti maternità in Danimarca sono sotto pressione in vista di un’estate che si annuncia caldissima. Ospedali e cliniche stanno assumendo ostetriche, ampliando il numero di posti letto e predisponendo le strutture per far fronte a un assalto di partorienti. Secondo un’indagine su 21 cliniche condotta dal quotidiano Politiken, nei mesi di giugno, luglio e agosto in tutta la nazione dovrebbero nascere 1.200 bambini in più rispetto alla scorsa estate. Non è un dato da poco per un paese da 5,7 milioni di abitanti. Se il trend dovesse proseguire, infatti, nel 2016 la Danimarca si troverebbe ad avere più di 60.000 nuovi nati, con un aumento secco del 10% in un anno.

Un boom di nascite come non si vedeva da tempo. Questo sussulto di vitalità sta alimentando molti entusiasmi e animando un ampio dibattito. Anche perché la Danimarca, come gran parte d’Europa, sconta da anni un drammatico calo della natalità che – si argomenta con preoccupazione nel Paese – compromette la tenuta del sistema di welfare e le possibilità di mantenere in futuro i livelli di benessere raggiunti. Una situazione abbastanza simile a quella italiana, insomma, pur se molto meno grave: il numero di figli per donna in Danimarca è di 1,7, in Italia di 1,35. In ogni caso lontano dai 2,1 figli che servirebbero a mantenere stabile la popolazione e in equilibrio il sistema.

A cosa si deve il possibile baby boom? Qui viene il bello. Perché non pochi hanno fatto notare che l’estate arriva nove mesi dopo il lancio di un’audace campagna passata sulla tv nazionale dal titolo «Do it for mom» («Fatelo per la mamma») che invitava in modo abbastanza esplicito, ma anche ironico, a darsi da fare per 'regalare' un nipotino alle proprie mamme. Il video si apriva con una frase significativa: «Il sistema di welfare danese è sotto pressione. Nonostante un piccolo progresso non nascono ancora abbastanza bambini. Questo riguarda tutti noi. Ma chi soffre di più sono forse le madri che non potranno mai avere un nipote».

Il tema della denatalità, in chiave economica e sociale, ha prodotto varie campagne in terra danese, dai toni bizzarri ma bene in sintonia con la cultura individualista di quest’epoca (la stessa che alimenta la prospettiva inquietante di un Paese 'Down Syndrome Free', ricordiamolo) e non sempre inclini al romanticismo. Come il programma tv «Sesso per la Danimarca», che invitava le coppie ad avere figli, o le pubblicità promosse dal comune di Copenhagen per ricordare giustamente alle ragazze che la fertilità non dura per sempre. In realtà gli spot non sembra abbiano avuto un gran peso finora.

Demografi e ricercatori danesi, meno faziosi degli autori delle campagne, sottolineano che ad incidere sulla ripresa della natalità, in corso già dal 2014, è stata l’uscita dalla crisi economica e finanziaria, che aveva spinto molte coppie a rimandare il concepimento di un figlio. In effetti anche nei primi tre mesi del 2016, dunque in un periodo non coperto dell’effetto delle pubblicità in questione, si sono avute 1.000 nascite in più rispetto a un anno prima. L’unica certezza, insomma, è che i danesi sono tornati a fare figli. Una bella iniezione di speranza. E che questo avvenga per le nonne o per la patria, in fondo, ai bambini che nascono importa poco.

Massimo Calvi

Da www.avvenire.it del 4 giugno 2016 © riproduzione riservata  

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