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Integrazione sul campo: l’altro sport, 2 milioni per osare

L'impresa del bene - di Angela D'Arrigo

Salim che gioca a basket con una protesi, Anna e Massimiliano che hanno brevettato le virate per nuotatori ciechi. Sono due tra gli esempi finanziati dal bando «Oso» che premia soprattutto progetti «misti».-

Osare, come ha fatto Salim, che dalla panchina ha sognato di arrivare in prima squadra. Marocchino cresciuto in Italia, Salim ha 15 anni e una protesi alla gamba per una malformazione. Ma vuole giocare a basket, vuole osare essere come gli altri. E si allena, si allena tanto, fino a venir notato nel campetto sotto casa dai referenti della Santa Lucia Basket, una società sportiva romana di basket in carrozzina. Un sogno diventato realtà: fra un pick&roll e un taglio, Salim è entrato nella giovanile del Santa Lucia e la sua vita ora si divide fra scuola, allenamenti, partite. Osare come Anna e Massimiliano.
Per dare una nuova guida agli allenamenti dei nuotatori ipovedenti e non vedenti. Anna Barbaro, campionessa paralimpica di nuoto e triathlon, e Massimiliano Salfi, fondatore della onlus «vEyes» (come Virtual Eyes) a Trecastagni ai piedi dell’Etna, sono gli ideatori di «Poseidon 2.0», un sistema di allenamento che tramite la trasmissione in digitale del segnale di fine corsia permette di guidare la virata annullando la figura del «bacchettatore», colui che segnala il bordo vasca con un tocco di bastone sulla schiena, un metodo che rende complesso l’allenamento in autonomia ma soprattutto scoraggia la pratica del nuoto tra le persone con disabilità. Il progetto di Anna e Massimiliano è ancora più ambizioso: mettere a punto un sistema di cablaggio dell’intera piscina, che segnali ai nuotatori se stanno abbandonando la traiettoria centrale sbattendo contro i cordoli, rendendo di fatto pienamente accessibile per l’allenamento qualunque vasca si doti di questa tecnologia.
Cosa hanno in comune le storie di Salim e Anna? Sono 2 dei 40 progetti finanziati dalla Fondazione Vodafone nel 2017 attraverso il bando «Oso – Ogni sport oltre», una iniziativa finalizzata a promuovere un modello inclusivo e partecipativo di sport. Non è solo un bando, ma un progetto. Dalla sua partenza, oltre a erogare finanziamenti, ha mappato in tutta Italia più di mille realtà tra associazioni, federazioni e impianti sportivi che danno spazio ai disabili. Ha aperto una piattaforma di crowdfunding sul sito www.ognisportoltre.it, per aiutare le organizzazioni nella raccolta di ulteriori fondi e donazioni.
Avviato nel 2016, Oso prosegue anche quest’anno con un nuovo bando aperto a tutte le organizzazioni del Terzo settore e a società e associazioni sportive senza scopo di lucro, federazioni sportive di discipline sportive paralimpiche, enti di promozione legati a questa attività. Bissando la strategia 2016, Fondazione Vodafone mette a disposizione anche quest’anno 2 milioni di euro per finanziare progetti con contributi tra 15mila e 300 mila euro. La parola chiave del bando 2017 è integrazione: Fondazione Vodafone ricerca progetti che coinvolgano insieme persone con disabilità e normodotate, sportivi e non, famiglie, amici, perché vivano lo sport come momento di incontro, per esempio attraverso campionati a squadre miste, o l’utilizzo dei disabili come coach e allenatori dei normodotati.
L’integrazione può passare anche dal territorio, sia attraverso altre associazioni e istituzioni con le quali creare una rete operativa, sia attraverso la chiamata diretta dei cittadini, che possono sostenere il progetto attraverso il crowdfunding. I progetti presentati vengono valutati in base a diversi parametri: l’impatto sociale che possono produrre, la capacità di creare reti sostenibili nel tempo, il grado di innovazione, anche tecnologica, introdotta, ma soprattutto vengono valutati per la capacità di fare ciò che ogni sportivo ogni giorno fa: osare.
da www.corriere.it/buonenotizie
@Riproduzione Riservata del 13 dicembre 2017
 
 
 

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