LA CHIESA ITALIANA IN AIUTO DELLA CAMPAGNA VACCINALE
di Annachiara Valle
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 13 marzo 2021
La Conferenza episcopale mette a disposizione i propri spazi su tutto il territorio nazionale per facilitare la somministrazione dei vaccini. Le dichiarazioni del cardinale Bassetti. Anche le Acli, negli scorsi giorni, avevano offerto la disponibilità dei propri circoli attualmente non utilizzati per via delle chiusure.-
Siti produttivi, aree della grande distribuzione, palestre, scuole, strutture di associazioni e della Conferenza episcopale italiana. La struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo pubblica le nuove linee guida del piano vaccinale per velocizzare le somministrazioni e chiede l’aiuto di tutti. L’obiettivo è arrivare ad almeno 500 mila inoculazioni al giorno rafforzando l’approvvigionamento, la distribuzione e la rete vaccinale che attualmente conta 1733 punti. Anche le Acli (associazioni cristiane lavoratori italiani), negli scorsi giorni, avevano offerto la disponibilità dei propri circoli attualmente non utilizzati per via delle chiusure.
«Il tempo della responsabilità non è terminato», ha sottolineato la Conferenza episcopale italiana dando la sua collaborazione al Governo. «La Chiesa che è in Italia saprà dare un ulteriore segno concreto di prossimità. Con la campagna vaccinale, infatti, abbiamo la possibilità tangibile di fornire un nuovo contributo di carità”», ha ricordato il cardinale Gualtiero Bassetti. «La messa a disposizione di questi luoghi, che non sono quelli liturgici», precisa la nota della Cei, «tiene conto di vari fattori, non ultimo la continuità di un cammino già avviato in molti territori. Sono numerose, infatti, le Diocesi che hanno consentito e consentono l’utilizzo delle proprie strutture per medici, infermieri, Protezione civile, persone in quarantena, ammalati, poveri e quanti soffrono a causa del Covid». È questa, dice ancora il presidente della Cei, una «testimonianza autentica di un servizio alla persona, agli ultimi in particolare, a chi è in prima linea nella cura dei malati e, quindi, al Paese intero. Tutti insieme, uniti, possiamo costruire orizzonti di speranza».