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«LA CHIESA NON CONDANNI, MA SIA VICINA CHI SOFFRE PER IL PROPRIO MATRIMONIO»

di Eugenio Arcidiacono

Il messaggio di oggi di papa Francesco in piazza San Pietro è stato dedicato a chi sperimenta situazioni di crisi o di rottura coniugale: "Il modo di agire di Dio stesso con il suo popolo infedele – cioè con noi – ci insegna che l’amore ferito può essere sanato da Dio attraverso la misericordia e il perdono".-

Il Vangelo di questa domenica offre a Francesco nell'Angelus di tornare a riflettere su un tema che gli sta molto a cuore: l'atteggiamento dei pastori della Chiesa nei confronti di chi sperimenta la crisi o la fine del proprio matrimonio. Il racconto evangelico riporta la provocazione dei farisei che chiedono a Gesù se sia lecito a un marito ripudiare la propria moglie, così come prevedeva la legge di Mosè: «Gesù anzitutto, con la sapienza e l’autorità che gli vengono dal Padre, ridimensiona la prescrizione mosaica dicendo: "Per la durezza del vostro cuore egli – cioè l’antico legislatore – scrisse per voi questa norma". Si tratta cioè di una concessione che serve a tamponare le falle prodotte dal nostro egoismo, ma non corrisponde all’intenzione originaria del Creatore».

Intenzione espressa nel Libro della Genesi dove si afferma che l'uomo e la donna uniti in matrimonio diventano "una carne sola" e "Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto".

«Questo insegnamento di Gesù è molto chiaro e difende la dignità del matrimonio, come unione di amore che implica la fedeltà», continua Francesco. «Ciò che consente agli sposi di rimanere uniti nel matrimonio è un amore di donazione reciproca sostenuto dalla grazia di Cristo. Se invece prevale nei coniugi l’interesse individuale, la propria soddisfazione, allora la loro unione non potrà resistere».

E però lo stesso Vangelo, sottolinea Francesco «con grande realismo» ricorda che i due coniugi possono compiere gesti che mettono in crisi i loro rapporto. E se è vero che Gesù non ammette tutto ciò che può portare al naufragio della relazione, «la Chiesa, da una parte non si stanca di confermare la bellezza della famiglia come ci è stata consegnata dalla Scrittura e dalla Tradizione; nello stesso tempo, si sforza di far sentire concretamente la sua vicinanza materna a quanti vivono l’esperienza di relazioni infrante o portate avanti in maniera sofferta e faticosa.

Il modo di agire di Dio stesso con il suo popolo infedele – cioè con noi – ci insegna che l’amore ferito può essere sanato da Dio attraverso la misericordia e il perdono. Perciò alla Chiesa, in queste situazioni, non è chiesta subito e solo la condanna. Al contrario, di fronte a tanti dolorosi fallimenti coniugali, essa si sente chiamata a vivere la sua presenza di amore, di carità e di misericordia, per ricondurre a Dio i cuori feriti e smarriti. Invochiamo la Vergine Maria, perché aiuti i coniugi a vivere e rinnovare sempre la loro unione a partire dal dono originario di Dio».

Dopo l'Angelus, in occasione della festa della Madonna del Rosario, papa Francesco ha rivolto uno speciale saluto ai "fedeli radunati presso il Santuario di Pompei per la tradizionale Supplica, presieduta in questa occasione dal Cardinale Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria. Rinnovo l’invito a tutti a pregare il Rosario ogni giorno del mese di ottobre, concludendolo con l’antifona “Sotto la tua protezione” e la preghiera a San Michele Arcangelo, per respingere gli attacchi del diavolo che vuole dividere la Chiesa".

da www.famigliacristiana.it

@Riproduzione Riservata del 07 ottobre 2018

 

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