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La felicità è questione di movimento. E di esperienza

di Annalisa Bonfranceschi

da www.repubblica.it

@Riproduzione Riservata del 19 maggio 2020

 

Muoversi di più, spezzare la propria routine visitando posti nuovi, migliora il benessere, suggerisce uno studio su Nature Neuroscience.-

La felicità è questione di movimento. E di esperienza

L'esperienza insegna, ma rende anche più felici. Chi durante la giornata si muove di più, incontra verosimilmente più persone, spezza la routine, fa di fatto più esperienze, è mediamente più felice. Dati gps alla mano, così sostengono alcuni ricercatori della Univeristy of Miami e della University of New York, che per qualche mese hanno seguito un gruppo di persone, registrandone spostamenti e stati d'animo. Osservando anche una possibile correlazione con l'attività cerebrale di alcune aree collegate alla memoria e alla ricompensa, come suggerito dalle analisi di neuroimaging.

Il gps per inseguire l'umore

In ambito animale, ricordano gli esperti, tendenzialmente esperienze più variegate, in ambienti più ricchi di stimoli, corrispondono a un miglior benessere. E per gli esseri umani, vale lo stesso? Vero è, scrivono gli autori, che viviamo in ambiente dinamico e con enormi possibilità di fare nuove esperienze, ma non è detto che queste vengano effettivamente sfruttate e che se ne tragga un potenziale beneficio, come osservato negli animali. Per capirlo i ricercatori hanno monitorato per tre-quattro mesi 132 persone, a spasso per New York e Miami, registrando i loro spostamenti con gps e utilizzandoli come una misura delle loro effettive esplorazioni dell'ambiente, esposizione a novità. Allo stesso tempo hanno chiesto loro di compilare, tramite un questionario inviato sul telefono, un report sui propri stati d'animo, sia positivi che negativi.

Movimento e benessere

Terminato questo periodo gli scienziati hanno quindi cercato di capire se esistesse qualche relazione tra movimento e benessere, e hanno trovato che chi si muoveva di più, toccando più luoghi durante la propria giornata, tendeva a riportare stati d'animo più positivi, descrivendosi ora come 'felice', 'rilassato' o 'eccitato'. Ma non solo: l'effetto era più marcato per quelle persone che, sottoposte a risonanza magnetica, mostravano una forte correlazione tra l'attività di due aree del cervello, l'ippocampo e lo striato. Zone che sono coinvolte in funzioni diverse, il primo principalmente nella memoria, nella navigazione spaziale e quindi nelle caratteristiche di novità dell'ambiente, il secondo nella ricompensa e nella motivazione.

"I nostri risultati mostrano che le persone si sentono più felici quando la loro routine quotidiana è più variegata, quanto si recano in posti nuovi e hanno più esperienze – ha spiegato Catherine Hartley della New York University – Probabilmente è anche vero l'opposto: sensazioni positive possono spingere le persone a cercare più spesso queste esperienze gratificanti". E il circuito neuronale dell'ippocampo e dello striato potrebbe essere la zona associata al fenomeno, mediando risposte associate alle novità e alle attività gratificanti. Esplorare ambienti nuovi, più stimolanti, dunque produce dei benefici, in modo analogo a quanto osservato in alcuni animali, concludono gli autori. Aiuta a star bene, se vogliamo. E se è vero che una ricerca simile potrebbe suonare tristemente ironica in un periodo come quello attuale, in cui siamo stati e in parte siamo tutti limitati negli spostamenti e nelle attività che possiamo svolgere, gli scienziati suggeriscono che introdurre piccole variabili nella vita di tutti i giorni, anche sotto le restrizioni imposte dalle ragioni di sicurezza dell'emergenza Covid, potrebbe fare la differenza. Perché non provare?

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