La forza dell'alleanza. La sapienza cristiana della famiglia
di Pierangelo Sequeri
L’intelligenza della fede cristiana non può limitarsi a descrivere il modello ideale della famiglia, deve anche saper rischiarare e accompagnare le sue storie di vita.
In altri termini, deve saper restituire incanto all'umana bellezza dei legami forti che fanno la famiglia, che si irradiano su tutte le relazioni umane e tengono insieme i popoli. Ma una teologia degna di questo nome deve anche saper consigliare le mosse giuste per metterci sulle tracce dell’amore di Dio che ci porta in salvo e ci restituisce speranza: anche nelle situazioni più difficili e dolorose. Il valore aggiunto che può essere riconosciuto senza incertezze all’esortazione post-sinodale Amoris laetitia di papa Francesco sta proprio nella visualizzazione di questo stile fondamentale: la teologia deve abbracciare l’intera realtà della condizione familiare, nell'intero arco della vita. Comprese le sue parti drammatiche e oscure, le sue fragilità e le sue incoscienze. E anche gli inganni e le prevaricazioni con cui le potenze mondane insidiano la libertà dei padri e delle madri, dei figli e delle figlie, in tutte le culture. La teologia insegna al pastore a mettersi sulle spalle la pecora ferita e perduta, non soltanto la ramanzina che deve farle.
Nella congiuntura presente, poi, la sapienza cristiana deve anche mettere ordine in una certa confusione della mente, come dice papa Francesco, a riguardo dell’uomo e della donna, per battere il cinismo e la rassegnazione che demoralizzano le generazioni e spengono la mente.
La Chiesa ha certamente bisogno di pensiero e conoscenza all'altezza dell’inedita sfida che l’egemonia della razionalità tecno-economica rivolge alla famiglia. E più in generale, all’alleanza promettente e feconda dell’uomo e della donna, alla quale il Creatore ha consegnato il destino della terra e il senso della storia. La terra dei viventi è affidata all’uomo e alla donna, perché diventi la casa comune degli esseri umani. Soltanto l’uomo e la donna, insieme, possono renderla veramente abitabile, per i figli e per i popoli. E solo insieme possono insegnare ad abitarla in modo degno, di generazione in generazione. La storia dei popoli è affidata all’alleanza dell’uomo e della donna, perché il legame che rende umana la storia è proprio il legame delle generazioni. La guerra dei sessi abbrutisce la terra. L’indifferenza fra le generazioni istupidisce i popoli. La Lettera apostolica di papa Francesco (Summa familiae cura), che rifonda l’Istituto Giovanni Paolo II, lancia un messaggio forte e indica in obiettivo preciso.
L’eredità e il patrimonio dell’ispirazione del santo papa Giovanni Paolo II, che ha fondato l’Istituto, rimangono la solida radice dalla quale frutti nuovi devono ricevere linfa vitale. Il nuovo assetto istituzionale che papa Francesco firma di suo pugno (motu proprio) è affidato a coloro che vi sono attualmente impegnati, testimoni e affidatari di quell’impulso originario. Papa Francesco ha infatti deciso di impegnarsi, nel rilancio di questa missione dell’intelligenza cristiana, nel modo più esplicito, autorevole, diretto. Insomma, "ci ha messo la firma". E ha assegnato al nuovo Istituto il compito di un’alta rappresentanza, presso le istituzioni culturali della Chiesa (e del mondo), dell’attualità e della profondità della sapienza cristiana, a tutto campo, sull’alleanza coniugale dell’uomo e della donna.
La novità di indirizzo è facile da indicare: ma sarà certamente un compito impegnativo da affrontare. Si tratta infatti di allargare l’orizzonte di questa sapienza, in termini di ricerca e di formazione, a tutte le implicazioni di quell’alleanza: interne ed esterne alla famiglia stessa.
Perché è proprio su questa soglia che ora sono posti i temi che rendono vitale, e insieme cruciale, il discernimento del rapporto fra i beni familiari e il bene comune: per la società e la politica, per la cultura e l’economia, per l’umanesimo e la religione.
Se non ci fosse, un Istituto come il nostro, sarebbe da inventare. Ma grazie a Dio era già stato inventato. E adesso, è addirittura reinventato. Metteremo ogni passione e intelletto d’amore nell’assolvimento del progetto che papa Francesco ci ha generosamente e fiduciosamente consegnato. E siamo pieni di idee.
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 20 settembre 2017