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La maternità in Italia tra luci e ombre

di Metella Ronconi

da www.bimbisaniebelli.it

@Riproduzione Riservata del 21 gennaio 2020

Dal rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulla maternità in Italia emergono alcuni comportamenti virtuosi e altri meno nel periodo della gravidanza e nei primi anni di vita dei bambini.-

La maternità in Italia tra luci e ombre

Alcuni dati positivi, ma anche ampi margini di miglioramento: sono i risultati del Sistema di sorveglianza nella prima infanzia coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, a cui hanno partecipato 11 regioni, promosso e finanziato dal Ministero della Salute. Al centro del rapporto, la maternità in Italia.

Margini di miglioramento

Dai dati dell’indagine su 30.000 mamme è emersa una maggiore consapevolezza delle mamme italiane su molte delle “buone pratiche” da attuare per favorire un sano sviluppo dei bambini, a partire da quando sono ancora nel pancione, ma restano ancora da promuovere alcuni comportamenti importanti per la salute dei bimbi, come per esempio l’assunzione dell’acido folico in gravidanza per la prevenzione delle malformazioni congenite, che di fatto avviene troppo tardi, o l’allattamento al seno, che dura ancora troppo poco.

Sottovalutata la sicurezza in auto

Il 14,8% delle mamme di bambini con meno di 6 mesi ha riferito di avere difficoltà nel far stare il bambino seduto e allacciato al seggiolino. La prevalenza sale al 30,6% tra le mamme di bambini di 6-12 mesi e al 34,2% sopra l’anno di età, maggiormente nelle regioni del Centro e Sud. Eppure l’utilizzo corretto dei dispositivi di protezione per il trasporto in auto dei bambini può ridurre sensibilmente il rischio di traumi e di morte a seguito di incidente stradale.

Fumo in gravidanza e in allattamento

Solo il 6,2% delle mamme ha ammesso di aver fumato in gravidanza. Percentuale che sale all’8,1% durante l’allattamento al seno. La percentuale di bambini potenzialmente esposti al fumo passivo a causa della convivenza con almeno un genitore e/o altra persona fumatrice varia dal 27,0% al 46,5%, con valori tendenzialmente più elevati nelle regioni del Sud. I bambini esposti a fumo passivo hanno un rischio maggiore di malattie delle basse vie respiratorie e di episodi di asma.

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