«LA NONNA, RAZZISTA, VA A MESSA, IL NIPOTE, BRAVO RAGAZZO, NO. DOV'È LA FEDE?»
di Fabrizio Fantoni
Da circa un anno mio figlio di 17 anni non vuole più andare a Messa. Dice che crede in Dio e che cerca di comportarsi bene, compatibilmente con la sua età. Posso dire che è un bravo ragazzo, studioso e sensibile, che per fortuna sa imporsi sulle cose che ritiene giuste, a differenza mia. Penso che abbia ragione lui, nonostante mi spiaccia, perché la Messa è sempre stato un incontro importante per me e per tutta la mia famiglia. Dice anche che non capisce il motivo per cui la nonna vada a Messa ma poi non sopporti la gente che viene dal Sud, per non parlare degli extracomunitari. Mi spiace ma è la cruda realtà, un insegnamento ignobile da parte della nonna, che non perde una Messa. Mi dica come districarsi in questa situazione.
Lucia
— Cara Lucia, le Chiese si stanno svuotando delle generazioni più giovani (e non solo). Secondo i dati Istat presentati dal sociologo Franco Garelli, il gruppo che più si è assottigliato nella pratica religiosa regolare è quello dei giovani dai 18 ai 24 anni, che ha perso ben il 30% dei frequentanti. Lo stesso è avvenuto tra gli adulti dai 55 ai 59 anni. Mentre le flessioni sono più contenute per i 25-29enni (-20%), e per le altre fasce adulte (-10%). Insomma, il calo è generalizzato ma coinvolge assai più i giovani (e gli over 50). L’ adolescenza è da sempre l’ età critica per la frequenza religiosa, per il desiderio di svincolarsi dalle scelte compiute dai genitori, ma il calo è davvero rilevante. Forse oggi si va a Messa sempre meno per la pressione dell’ ambiente più che per convinta adesione. Ciò comunque pone il problema, che anche tuo figlio segnala, di un confronto della vita con il messaggio evangelico, anche al di là della pratica. Che cosa vuol dire? Andare a Messa è un segno distintivo del cristiano, ma è solo l’ inizio. E il riferimento alla nonna segnala il bisogno di capire davvero qual è il nocciolo del messaggio evangelico. Che tuo figlio non vada a Messa pone a voi genitori (a proposito, il papà di tutto questo che cosa dice?) il problema di comunicare un insieme di valori derivato dalla vostra fede e di confrontarlo con la realtà quotidiana. Applicare il Vangelo alla vita di tutti i giorni è, a mio parere, una cosa difficile e impegnativa per chiunque. Per la nonna e per il nipote. Per voi, mamma e papà. A quale Dio crede il vostro ragazzo? E quale immagine di Dio avete in mente voi? Di questo si può anche provare a parlare, a partire proprio dal problema complesso del confronto con chi è differente da noi, perché viene da lontano e ci obbliga a trovare nel suo volto, così diverso dal nostro, l’ immagine e la somiglianza con Colui che ci ha creati.
da www.famigliacristiana.it
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